Il tempo che ci vuole, da oggi nelle sale il nuovo film di Francesca Comencini
26 settembre 2024, ore 10:30
Da giovedì 26 settembre la pellicola presentata fuori concorso a Venezia arriva nei cinema. Nel cast anche Fabrizio Gifuni
Il cinema e la vita, due direttrici che scorrono parallele e che quando si incontrano non sempre vanno d’accordo. Un padre e una figlia, un rapporto plasmato dall’arte e vissuto dentro e fuori il set cinematografico. Realtà e finzione, favola e storia, il tutto tenuto insieme dalla voglia di ricordare per ricucire e non dimenticare.
Tutto questo è “Il tempo che ci vuole”, film diretto da Francesca Comencini e presentato Fuori Concorso durante l’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. La pellicola arriva oggi, 26 settembre, nelle sale italiane e vede nel cast Fabrizio Gifuni e Romana Maggiora Vergano, quella giovanissima attrice che lo scorso anno è diventata celebre per aver interpretato la figlia di Paola Cortellesi nel film campione d’incassi “C’è ancora domani”.
IL TEMPO CHE CI VUOLE, LA TRAMA IN BREVE
Un film autobiografico, un racconto personale di alcuni momenti trascorsi dalla regista con suo padre.
Luigi e Francesca condividono la passione per il cinema, nonostante le diverse scelte di vita e i modi di stare al mondo. La storia è ambientata durante gli anni di piombo, sul set di Pinocchio, il film a cui sta lavorando suo padre in quei giorni. Lei è una bambina ma lui le parla con serietà, compostezza e rispetto come si fa con un’adulta.
Francesca cresce e diventa ragazza in un periodo storico di cambiamento, ricco di lotte politiche e di rivoluzioni sociali, ma purtroppo anche di stragi. La sua passione per il cinema la accompagna sempre ma la magia fa spazio all’insicurezza. È proprio in questo frammento della storia italiana che compare e si diffonde nel Paese l'eroina, che segnò profondamente la vita di Francesca e della sua generazione.
Luigi è disarmato, non sa come reagire, ma decide di starle accanto portandola con sé a Parigi.
IL TEMPO CHE CI VUOLE, I RICORDI DELLA REGISTA
Dieci minuti di applausi e tanta commozione in sala a Venezia per Il tempo che ci vuole. “Questo film è il racconto molto intimo di momenti con mio padre emersi dai ricordi e rimasti vividi e intatti nella mia mente”, ha confessato la regista. “Un racconto personale che credo però trovi la giusta distanza nel fatto che in mezzo al padre e alla figlia c’è sempre il cinema come passione, scelta di vita, modo di stare al mondo.” ha concluso la regista.
FRANCESCA COMENCINI, LA SUA CARRIERA
Come suggerisce il cognome, Francesca è figlia di Luigi Comencini e sorella di Paola, Eleonora e Cristina. Nasce a Roma nel 1961 e, dopo aver concluso il primo ciclo di studi, si iscrive alla Facoltà di Filosofia per poi abbandonarla nel 1982. Nello stesso anno si trasferisce in Francia, dove incontra il produttore Daniel Toscan du Plantier. Sarà subito amore tanto da diventare presto suo marito. In terra francese dirige il suo primo film, basato sulla storia di due giovani tossicodipendenti, dal titolo “Pianoforte”. Successivamente collabora con il padre Luigi alla stesura della sceneggiatura per “Un ragazzo di Calabria” prima di dirigere “La luce del lago” (1988). In seguito impronterà i suoi film su uno stile il più possibile documentaristico, dirigendo anche veri e propri documentari come “Elsa Morante” (1995), e “Shakespeare a Palermo” (1997), basato sulla messa in scena di un'opera teatrale di Carlo Cecchi. Con l’inizio del nuovo millennio metterà in scena “Carlo Giuliani, ragazzo” (2002), basato sui fatti del G8 di Genova, presentato fuori concorso, in selezione ufficiale del festival di Cannes e In fabbrica (2007). Tra altri suoi film di finzione vale la pena ricordare “Le parole di mio padre” (2001), “Mi piace lavorare” (Mobbing), presentato alla sezione Panorama del festival di Berlino 2004 e vincitore del premio ecumenico nello stesso festival, “Lo spazio bianco” (2009) presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, e “Un giorno speciale” (2012) presentato sempre al Festival veneziano. Nel 2014, assieme a Stefano Sollima e Claudio Cupellini, realizza “Gomorra - La serie”, trasposizione televisiva dell'omonimo romanzo di Roberto Saviano. Non sarà l’unica serie a cui lavorerà perché nel 2023 proverà a sporcarsi le mani con il genere Western adattando per il racconto seriale "Django", quel film di Sergio Corbucci diventato un cult.