“La scuola cattolica” subirà i limiti della censura: vietato ai minori di 18 anni

“La scuola cattolica” subirà i limiti della censura: vietato ai minori di 18 anni

“La scuola cattolica” subirà i limiti della censura: vietato ai minori di 18 anni


“La Scuola Cattolica”, film tratto dal libro premio strega di Edoardo Albinati, ha subito una censura che non veniva applicata ad un film Italiano da 11 anni: vietata la visione ai minori di 18 anni. La decisione ha scatenato un acceso dibattito, soprattutto per l’importanza della divulgazione di un messaggio tanto importante come la violenza sulle donne.

Giovedì è uscito nelle sale italiane il nuovo film di Stefano Mordini: “La Scuola Cattolica”. Racconta l’educazione e la mentalità di tre ragazzi dell’alta borghesia romana, la loro violenza repressa, la mentalità e i principi saldi dati da una scuola cattolica affiancati alla totale dissonanza che si rivela nelle loro azioni.

Presentata lo scorso settembre a Venezia, la pellicola ripercorre una delle vicende di cronaca nera più atroci della storia Italiana: il massacro del Circeo. La censura viene quindi operata su un film che racconta una storia vera, storia di omicidio e di stupro, e,  proprio per questo, la scelta della commissione ha scatenato una profonda indignazione da parte del regista Mordini, ma anche da parte di attori e pubblico.

La trama

Mordini ha realizzato, tramite la sua sceneggiatura, un ritratto dettagliato del mondo della “meglio gioventù” romana, mostrando la scuola frequentata dagli aggressori del Circeo, ma anche l’educazione data dalla loro famiglia. Questa doppia realtà, chiamata a crescere giovani uomini, rivela però molte mancanze . Il film di base vuole dimostrare che, seppur provenendo da una stessa cultura, è possibile compiere una scelta e non deviare verso il male.

La storia narrata dal film è un urlo in una cava e l’eco torna indietro talmente forte da spaventaci.  E' la storia di una tragedia che influenzò significativamente l’ordinamento giuridico italiano. Dopo l’aggressione del Circeo, infatti, per la legge italiana la violenza sessuale passò dall’essere considerata un reato contro la morale a diventare un crimine contro la persona.

La trama dipinge in maniera semplice e diretta ciò che può voler dire nutrirsi di ideologie ed estremismi, mette a nudo l’aggressività nell’animo senza mai arrivare a mostrare vere scene di violenza, ma trasmettendola con una forte intensità.

C’è una scena, circa a metà film, che ci mostra esattamente spensieratezza e innocenza affiancate all’atrocità celata e silenziosa. Le due ragazze, vittime della vicenda, abusate e distrutte da una tragedia che ha portato alla morte di una e allo sconvolgimento indelebile e irrimediabile dell'animo dell'altra, cantano allegre nella macchina dei giovani studenti “La collina dei ciliegi” di Lucio Battisti, senza sapere che di lì a poco i loro corpi verranno rinchiusi nel bagagliaio della stessa macchina dopo ore di atroci sofferenze. Ed è in questo contrasto celato e immobile, in questa purezza apparente che si nasconde tutto il messaggio di questo film.

Il dibattito

Una trama che voleva lasciare il segno, e lo voleva lasciare proprio nel cuore di quei giovani che hanno in mano il loro futuro.

Il film si propone di dimostrare proprio a loro l’orrore che vuole essere evitato e non dovrebbe vivere in nessuno. Il regista ha dichiarato: “Una delle due vittime all’epoca era minorenne e il nostro è un film di adolescenti interpretato da adolescenti. Trovo assurdo che oggi si vieti ai ragazzi anche solo di vedere, attraverso un libero mezzo di espressione, quello che due ragazze come loro anni fa hanno subito. Un atto censorio che priva una generazione di una possibile presa di coscienza che potrebbe essere loro utile per difendersi da quella violenza spesso protagonista nella nostra cronaca”. Il cineasta ha aggiunto: "Non riesco a trovare delle ragioni valide per questa censura e, se mi sforzo di trovarle, mi inquietano. Nella motivazione della commissione censura si lamenta il fatto che le vittime e i carnefici siano equiparati, con particolare riferimento a una lezione di un professore di religione, ma questo è esattamente il contrario di quello che racconta il film, e cioè che, provenendo dalla stessa cultura, è sempre possibile compiere una scelta e non deviare verso il male.  Questo atto censorio priva una generazione di una possibile presa di coscienza che potrebbe essere loro utile per difendersi da quella violenza spesso protagonista nella nostra cronaca. E questo perché alcune delle ragioni di quella tragedia sono purtroppo ancora attuali”.



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