Legge Cinema, Governo verso la riscrittura totale: scontro aperto con il Pd

Legge Cinema, Governo verso la riscrittura totale: scontro aperto con il Pd

Legge Cinema, Governo verso la riscrittura totale: scontro aperto con il Pd Photo Credit: Ansa/Riccardo Antimiani


Borgonzoni annuncia un nuovo impianto normativo e il recupero dei fondi; Orfini accusa l’esecutivo di generare incertezza e chiede chiarimenti immediati in Parlamento

Nel pieno del dibattito sulla riforma del sistema di sostegno all’audiovisivo, la sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni anticipa un cambio di rotta radicale. «La legge sul cinema comunque andrà cambiata totalmente, non esisterà più il prossimo anno la legge Franceschini, faremo un altro tipo di norma, una norma che deve avere i tetti perché poi quando parliamo c'è sia il taglio che la questione dello splafonamento». Parole nette, pronunciate a margine della presentazione di Cultura cresce al ministero, alla presenza del ministro Alessandro Giuli, che lasciano intuire un intervento profondo sull’impianto normativo attuale.

VERSO UNA NUOVA LEGGE CINEMA

La sottosegretaria chiarisce anche il lavoro in corso sulle risorse: il MiC, spiega, «sta cercando di recuperare questi 100 milioni intanto che ci riporterebbero a 650, il Mef una parte li ha già chiesti e sta aspettando solamente di averli in disponibilità ed essere sicuro, ma io non penso ci saranno problemi e gli altri stiamo cercando all'interno del nostro ministero». Un tentativo che si inserisce in un quadro più ampio, quello della revisione complessiva della legge.

Borgonzoni ricorda che la norma, all’origine, «aveva un suo senso funzionava» ma che oggi, in un settore «che non è solamente culturale ma anche imprenditoriale», servono aggiustamenti capaci di tenere il passo con trasformazioni ed esigenze del comparto.

LEGGE CINEMA, SCONTRO TRA MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE

L’esponente del governo rivendica le misure già introdotte, considerate capaci di produrre effetti significativi: «le modifiche quelle su stop alle fatturazioni a cascata, il codice fiscale nome e cognome di chi lavora nei service» e altre regole pensate per correggere criticità sistemiche.

Un lavoro che, secondo la sottosegretaria, richiede ora un ridisegno organico dell’intera struttura normativa: «è inutile continuare a mettere toppe di qua e di là, tirarla di qua e di là perché alla fine si rischia di creare solamente un mostro. Va ripresa in mano e ridisegnata per le esigenze del settore». Alle affermazioni del governo replica immediatamente Matteo Orfini, deputato del Partito Democratico e componente della Commissione Cultura della Camera. «Le parole della sottosegretaria Borgonzoni confermano, ancora una volta, che il Governo continua a generare confusione e incertezza invece di fornire risposte chiare al settore».

Un’accusa che fotografa la preoccupazione del Pd di fronte a un comparto che, sostiene Orfini, «si trova in una situazione di evidente difficoltà e restano irrisolti i nodi legati ai tagli introdotti in manovra».

Nel mirino dell’esponente dem c’è l’annuncio di una riscrittura totale della legge Cinema, definita come un ulteriore elemento di instabilità: una scelta che «rischia di aggiungere ulteriore instabilità a un sistema già duramente messo alla prova». Orfini chiede al Governo di chiarire con trasparenza «obiettivi, contenuti e tempistiche dell'intervento annunciato» e ricorda che esiste già una proposta alternativa, presentata dal Pd, che prevede «una Agenzia autonoma per il Cinema», potenzialmente pronta per essere discussa in tempi rapidi.

Da qui la richiesta formale che il ministro Giuli si presenti al più presto alle Camere e che il presidente Mollicone convochi un approfondimento in Commissione Cultura. «Servono chiarezza, confronto e un percorso definito: misure improvvisate, unite ai tagli previsti in manovra, rischiano solo di aumentare l'incertezza in un settore strategico per il sistema culturale e industriale del Paese» conclude Orfini.



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