Migranti: su nave Humanity 1 è braccio di ferro tra Italia e Germania, Ue salvare vite obbligo morale e legale

Migranti: su nave  Humanity 1 è braccio di ferro tra Italia e Germania, Ue salvare vite obbligo morale e legale

Migranti: su nave Humanity 1 è braccio di ferro tra Italia e Germania, Ue salvare vite obbligo morale e legale


Ci sono tre navi a largo dell'Italia che hanno soccorso in mare decine di migranti nei giorni scorsi e hanno chiesto un porto sicuro all'Italia; la Farnesina chiede chiarimenti alla Germania riguardo all'attività della Humanity 1, chiediamo solo rispetto regole, così il ministro Tajani

Sullo sfondo del debutto, in veste di capo del Governo italiano, di Giorgia Meloni a Bruxelles nel cuore delle istituzioni europee, si fa sempre più complicata la vicenda delle navi delle Ong, cariche di migranti salvati nei giorni scorsi e che attendono un porto sicuro.

La Germania ha chiesto che la Humanity 1, battente bandiera tedesca, possa approdare in un porto italiano e che siano sbarcate le persone a bordo, tra le quali ci sono più di 100 minori non accompagnati. L'Italia ha respinto fino a ora la richiesta spiegando di monitorare la situazione

La posizione del Ministro degli Esteri

Sull'immigrazione "abbiamo chiesto soltanto il rispetto delle regole, lo abbiamo fatto in maniera ufficiale, con grande garbo ma anche con grande fermezza". Lo ha detto a Berlino il ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Con un Paese amico e grande interlocutore come la Germania dobbiamo collaborare tantissimo, poi quando c'è da dare qualche messaggio, soprattutto sul tema dell'immigrazione, lo facciamo con determinazione, ma per garantire il rispetto delle regole. Abbiamo chiesto che le navi delle Ong rispettino le regole europee quando salvano qualcuno in mare e poi chiedono di attraccare nei porti più vicini".

Salvare vite in mare obbligo morale e legale per l'Ue

"Stiamo seguendo la situazione a stretto contatto e abbiamo visto che ci sono tre navi con persone a bordo che hanno chiesto aiuto. La Commissione non e' responsabile del coordinamento" delle azioni di salvataggio in mare ma "occorre sottolineare che e' un obbligo morale e legale" per gli Stati membri salvare persone in mare. Lo ha detto la portavoce della Commissione Ue, Anitta Hipper- " La Commissione Europea sta attivamente sostenendo i co-legislatori, il Consiglio e il Parlamento, ad attivare il trilogo il prima possibile sulla proposta per l'immigrazione ora che è stato raggiunto un accordo politico per concludere il lavoro entro il 2024. Per quanto riguarda invece il meccanismo di solidarietà sul trasferimento dei migranti, al momento si registrano 8000 mila offerte di re-localizzazioni e 38 candidati che hanno accettato. Il meccanismo può essere utilizzato anche per ridistribuire i migranti al momento bloccati sulle navi al largo dell'Italia" , ha concluso la Hipper

Sulle navi al largo delle coste italiane ci sono quasi mille persone

Su tre navi di altrettante Ong, al momento al largo delle coste italiane, ci sono 985 persone, tra cui donne e bambini. Sos Mediterranee ha richiesto l'intervento di Grecia, Spagna e Francia per ottenere la designazione di un porto sicuro per i 234 migranti a bordo della Ocean Viking, i 179 a bordo di Humanity 1 e i 572 sulla Geo Barents. La denuncia della Ong parla di "ripetute richieste di un porto sicuro inviate ai Centri di coordinamento del soccorso marittimo più capaci di fornire assistenza, ossia Malta e l'Italia. Senza risposte. Siamo di fronte a un silenzio assordante. Oltre a questo silenzio, che ormai da anni è triste prassi, il 25 ottobre scorso il nuovo ministro dell'Interno italiano Matteo Piantedosi ha emesso una direttiva con la quale avvertiva le forze di Polizia e le Capitanerie di Porto che il Viminale stava 'valutando' il divieto di ingresso della nostra nave 8 la Ocean Vikings, n.d.r.) nelle acque territoriali italiane. Un divieto implicito perché mai comunicato alla nostra nave in alcun modo".  L'Ong ha chiesto che "gli Stati membri europei e gli Stati associati rispettino  i loro obblighi e ristabiliscano un sistema di sbarco prevedibile. E necessario alleviare la pressione sugli Stati costieri europei che non possono essere lasciati da soli a farsi carico di un problema che riguarda l'intero continente. Tale sistema deve però garantire la possibilità di sbarcare i sopravvissuti nel porto sicuro più vicino alla zona in cui vengono condotte le operazioni di ricerca e soccorso ai naufraghi soccorsi in mare non possono essere l'oggetto di dibattiti politici". 


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