Non c’è solo il calcio, tuona Federica Pellegrini e nella redazione di Rtl 102.5 si accende il dibattito

Non c’è solo il calcio, tuona Federica Pellegrini e nella redazione di Rtl 102.5 si accende il dibattito

Non c’è solo il calcio, tuona Federica Pellegrini e nella redazione di Rtl 102.5 si accende il dibattito


Secondo la grande nuotatrice azzurra Federica Pellegrini in questi giorni si pensa molto a come far ripartire il calcio e ci si occupa poco delle altre discipline sportive, soprattutto di quelle olimpiche. Ma c’è chi replica: il calcio sarà anche privilegiato, ma è più seguito e fa girare più soldi

Giuliani: "Tuteliamo di più gli sport olimpici" 

Federica Pellegrini ha ragione. Come hanno avuto ragione, prima di lei negli anni, decine di straordinari campioni, capaci di dar lustro al nostro paese. Lo hanno fatto spesso, in quelle piccole finestre concesse loro dalla grande informazione agli sport olimpici. Ha ragione Federica, perché l’ossessione italiana per il calcio ha creato storture sotto gli occhi di tutti. Esagerazioni ed isterismi che anche i più irriducibili appassionati del pallone non mancano di notare. Deviazioni, aggiungiamo, capaci di allontanare dagli stadi tanti italiani. Come non sottolineare, poi, la sovraesposizione mediatica. Determinata dalla legge della domanda e dell’offerta, ha però finito per far scadere la qualità della copertura riservata al calcio. In modo particolare negli ultimi anni, abbiamo letto troppo gossip e anche di second’ordine. Un tradimento della grande tradizione giornalistica, legata al nostro sport nazionale. Detto ciò, non sfuggano i limiti di questi periodici lamenti, nei confronti del calcio-patrigno. Far seguire ai trionfi a cinque cerchi recriminazioni o, peggio, ripicche, certo non ha giovato alla popolarità delle discipline ingiustamente definite ‘minori’. Alcuni attacchi scomposti ai calciatori hanno fatto più danni che altro. Si è sbagliato e molto, insomma, su entrambi i fronti. Forse, è il momento di maturare tutti, innamorati persi del pallone, ma anche liberi di sperimentare emozioni diverse e, perché no, di nicchia. 


Pacchioni: "Giusto dare precedenza al calcio" 

Premessa doverosa: grande rispetto, stima e ammirazione per Federica Pellegrini, orgoglio dello sport italiano, insieme a tanti altri Atleti con la “A” maiuscola. Che lavorano, faticano, fanno sacrifici che non sempre vengono ripagati da una congrua quantità di soldi e popolarità. Detto questo, è opportuno fare qualche osservazione. Il calcio è visto con diffidenza e forse un po’ di invidia dai rappresentanti delle altre discipline. In effetti si ha l’impressione che spesso goda di una corsia preferenziale. Può dare fastidio, ma c’è un motivo oggettivo: il calcio è più popolare e fa girare molti più soldi. In Italia e anche nel resto del mondo. Ci sono gli incassi degli stadi, gli sponsor, i diritti radio televisivi, il merchandising (ufficiale e non) e tutto l’indotto. Cifre che non sono lontanamente paragonabili al giro d’affari originato dalle altre discipline sportive; si pensi al numero di spettatori che ogni settimana affollano gli stadi di serie A e anche delle categorie inferiori e si vada a verificare quanti biglietti vengono venduti (una volta all’anno) per i campionati nazionali di nuoto o di atletica. Ma non è soltanto questione di soldi; è soprattutto un fatto di passione. Durante le Olimpiadi (due settimane ogni quattro anni) capita a tutti di appassionarci alle più svariate discipline. Poi però non vediamo l’ora di rituffarci sul calciomercato, sul campionato, sulla Champions League. Nei bar e negli uffici ci si accapiglia con la moviola e la Var, più che sugli assoluti di scherma. Non ci è mai capitato di sentire clacson suonato per strada dopo un oro olimpico conquistato da un azzurro. E sbarcando negli aeroporti di mezzo mondo nessun tassista, citando l’Italia, ci ha mai chiesto di Federica Pellegrini. Ma tutti sanno chi è Paolo Rossi


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