Quarant'anni fa la strage di Bologna, il più grave atto terroristico della storia del Paese nel secondo dopoguerra

Quarant'anni fa la strage di Bologna, il più grave atto terroristico della storia del Paese nel secondo dopoguerra

Quarant'anni fa la strage di Bologna, il più grave atto terroristico della storia del Paese nel secondo dopoguerra


Il presidente Mattarella riafferma "l'esigenza di piena verità e giustizia e la necessità di una instancabile opera di difesa dei principi di libertà e democrazia".

Erano le 10:25 del 2 agosto 1980 quando una valigia piena di tritolo e T4 esplose nella sala d'aspetto della seconda classe della stazione di Bologna, causando la morte di 85 persone e ferendone altre 200. L'esplosione colpì in pieno il treno Ancona-Chiasso, in sosta sul primo binario e fece crollare una trentina di metri di pensilina, oltre alle strutture sopra le sale d'attesa. La strage fu il più grave atto terroristico avvenuto in Italia nel secondo Dopoguerra, al culmine della strategia della tensione. E molto, ancora oggi, non è stato ancora chiarito. "In occasione del quarantesimo anniversario della strage della stazione, che provocò ottantacinque morti e oltre   duecento feriti, desidero - a distanza di pochi giorni dalla mia  visita a Bologna e dall'incontro nel luogo dell'attentato -  riaffermare la vicinanza, la solidarietà e la partecipazione al dolore dei familiari delle vittime e alla città di Bologna, così gravemente colpiti dall'efferato e criminale gesto terroristico. Riaffermando, al contempo, il dovere della memoria, l'esigenza di piena verità e giustizia e la necessità di una instancabile opera di difesa dei principi di libertà e democrazia". Lo dichiara il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Il ricordo delle Istituzioni

"La serietà impone che di fronte ai familiari si ponga un punto fermo. Dopo 40 anni si può solo chiedere scusa. Non è accettabile non è ammissibile" la mancanza della verità piena sulla Strage del 2 agosto 1980. Così il viceministro dell'Interno Vito Crimi, nella cerimonia di apertura per l'anniversario dell'attentato. "Le scuse" da parte dello Stato "sono le uniche parole che hanno una parvenza di decenza, dopo 40 anni di dolori immutabili vissuti dai familiari si può solo chiedere scusa", ha ribadito.

"Abbiamo bisogno di verità. Senza verità il Paese non ha futuro" ha detto la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati parlando con alcune vittime della Strage del 2 agosto 1980, di cui ricorre il 40/o anniversario. "Bologna non è solo la città di Bologna, significa verità per tutti noi", ha aggiunto.  "Essere qua, insieme a voi oggi è una forte emozione. So che tante parole non servono, il tempo per il dolore non è certamente galantuomo. Voglio essere qui per raccontare come racconterò in piazza fatti concreti, ormai di parole, dopo 40 anni, siamo tutti saturi. Vi dirò che quello che come presidente del Senato abbiano fatto concretamente perché emerga dopo 40 anni la verità" ha concluso la presidente Casellati parlando con alcuni familiari delle vittime in occasione del 40/o anniversario della Strage del 2 agosto 1980.

Le parole del premier Conte

"Quaranta anni dalla strage di Bologna. Siamo al fianco dei familiari, di chi crede nello Stato, dei magistrati impegnati a squarciare definitivamente il velo che ci separa dalla verità. Lo dobbiamo alle 85 vittime innocenti, lo dobbiamo a noi stessi". Lo scrive su Twitter il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel giorno dell'anniversario dell'attentato alla stazione di Bologna.



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