Rugby, contro gli All Blacks della Nuova Zelanda l'Italia perde ma non sfigura

Rugby, contro gli All Blacks della Nuova Zelanda l'Italia perde ma non sfigura

Rugby, contro gli All Blacks della Nuova Zelanda l'Italia perde ma non sfigura


L’obiettivo dell’Italia contro la Nuova Zelanda era non sfigurare davanti ai maestri

Contro i maestri l’obiettivo non poteva essere vincere. Si doveva fare bella figura e limitare i danni. Gli Azzurri dall’Olimpico hanno mandato una risposta confortante: contro gli All Blacks è arrivata la quindicesima sconfitta in quindici confronti, ma è stata una sconfitta onorevole e l’Italia è uscita a testa alta, tra gli applausi. Nessuna meta da parte dell’Italia, i punti all’attivo sono tutti da ascrivere a piazzati di Garbisi. Gli All Blacks hanno giocato bene, ma non incantato. Prima del match, l’Olimpico ha seguito in religioso silenzio la Haka, la danza maori messa in scena dai giocatori neozelandesi.


Lo schieramento dell'Italia

L’Italia si è schierata con un triangolo allargato inedito con Minozzi estremo e Mori e Ioane all’ala: per il numero 15 padovano degli Wasps si è trattato di un ritorno sulla scena internazionale dopo quasi un anno di assenza. Coppia di centri di stampo Benetton formata da Brex e Zanon, mentre le chiavi della mediana sono state affidate per la sesta volta – dal primo minuto – a Garbisi e Varney. Insieme a Michele Lamaro, alla sua prima uscita ufficiale in campo da Capitano della Nazionale Italiana Rugby, in terza linea spazio a Sebastian Negri e Renato Giammarioli che a poco più di due anni di distanza, dopo il match contro l’Irlanda in preparazione della RWC 2019, ha ritrovato la maglia Azzurra. Seconda linea inedita formata da Sisi e Fuser – la cui ultima presenza risaliva a tre anni fa proprio contro gli All Blacks allo Stadio Olimpico di Roma – mentre la prima linea è stata formata da Riccioni, Lucchesi e Fischetti.

Inizio equilibrato

Nei primi secondi di gara gli All Blacks hanno subito cercato di prendere possesso del match, ma hanno trovato una grande resistenza degli Azzurri, che per qualche minuto sono anche riusciti a presidiare i 22 metri avversari. E l’Italia, accompagnata dalla ola del pubblico dell’Olimpico, ha tenuto il risultato in equilibrio sullo 0-0 per ben 27 minuti. Un piccolo grande record se si considera la distanza tecnica tra le due squadre. Poi è arrivata la prima meta neozelandese con Christie, seguita dalla trasformazione di Mo’unga. A quel punto le maglie azzurre si sono un po’ allargate e gli All Blacks hanno allungato. Ma due calci piazzati trasformati da Paolo Garbisi hanno portato punti anche all’Italia. All’intervallo parziale di 21-6.


Stanchezza nella ripresa

Come nel primo tempo, anche nella ripresa gli Azzurri sono partiti bene: altra trasformazione di piazzato di Garbisi e Nuova Zelanda tenuta lontana dai 22 metri italiani. A metà secondo tempo, inevitabilmente, le energie degli italiani hanno iniziato a venire meno e la Nuova Zelanda ha di nuovo allungato sul 47-9. Nel finale c’era il rischio di prendere l’imbarcata, invece l’Italia ha tenuto e non ha più subìto. Alla fine è stata una sconfitta onorevole: nei precedenti 14 confronti il distacco medio era stato di 46 punti, stavolta sono stati soltanto 38. Ora si dovrà fare lezione di questa esperienza e caricarsi per la buona prestazione: i frutti andranno raccolti nelle prossime settimane nei test match di Treviso contro l’Argentina e di Parma contro l’Uruguay.


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