Vasto (Chieti): che accadrà alla famiglia che vive nel bosco, con tre bimbi piccoli, senza confort e senza scuola? Photo Credit: ANSAFoto.it
08 novembre 2025, ore 18:30 , agg. alle 18:44
Il Tribunale de L'Aquila deve decidere se lasciare i figli alla coppia anglosassone che ha scelto di vivere lontano dalla civiltà: i bimbi, di otto e sei anni non vanno a scuola e abitano in un casolare senza acqua corrente
Una vicenda che è emersa nella sua complessità solo da pochi mesi, ma che ora è nelle mani della legge italiana. La Procura dei minori ha chiesto la sospensione della potestà e l'affidamento temporaneo dei tre bambini, parlando di "grave pregiudizio" per la loro crescita. La decisione finale spetta ora al giudice dell'Aquila. Per il momento, i piccoli restano con i genitori, sotto osservazione.
Idea di famiglia 'non convenzionale'
Saliti alla ribalta delle cronache, nonostante non ne sentissero la necessità, loro, mamma Catherine Birmingham, australiana di 45 anni, ex insegnante di equitazione, e papà Nathan Trevallion, 51enne inglese, artigiano ebanista,difendono questa singolare e a tratti divisiva scelta di vita. Quella, cioè, di vivere con i tre figli, una bimba di otto e due gemelli di sei anni, in un'ex casa colonica circondati da animali e silenzio, a pochi chilometri dal mare di Vasto, in provincia di Chieti. Una scelta che hanno ribadito, in queste settimane, di portare avanti nel rispetto delle regole:"Assicuriamo istruzione e sanità ai bambini", hanno dichiarato, quando la loro vicenda è diventata di dominio pubblico e ha perciò innescato un dibattito vivace, oltre a far mettere in moto la macchina della giustizia. I bimbi non vanno a scuola, studiano a casa con mamma e papà, ma ogni anno si sottopongono a un test in una struttura pubblica. Loro ribadiscono: “Vogliamo liberarci dalla tossicità della vita moderna”
Scoperti per un ricovero in ospedale
Tutto nasce da una intossicazione da funghi: la famiglia chiama i soccorsi e nell'aprile 2025 finiscono in ospedale, poi i servizi sociali arrivano nel casolare della famiglia dopo la segnalazione dei carabinieri. Senza utenze e residenza la famiglia vive in completa autonomia e autosufficienza alimentare. "È una famiglia che cresce i bambini in modo diverso ma che non lede i diritti dell'infanzia - spiega l’avvocato Giovanni Angelucci, che difende la coppia -. Sanità e istruzione sono garantiti. È sospesa la podestà genitoriale ma i bimbi sono affidati a loro". "Non si tratta di un caso di violenza o degrado - dice l’avvocato - ma di una famiglia economicamente indipendente che ha scelto uno stile di vita alternativo, spinta da un ideale di libertà e rispetto per la natura". Ora il giudice aquilano dovrà stabilire se i piccoli possono essere garantiti i diritti a cui nessun bambino può rinunciare, anche se vivesse in un paradiso terrestre.



