Bielorussia, il governo di Lukashenko mette al bando “1984” di George Orwell

Bielorussia, il governo di Lukashenko mette al bando “1984” di George Orwell

Bielorussia, il governo di Lukashenko mette al bando “1984” di George Orwell


Come previsto dalle peggiori tradizioni dittatoriali, il governo bielorusso ha deciso di ritirare dal mercato le copie del celebre romanzo distopico “1984”, arrestando editori e possessori del volumi

Bücherverbrennungen. No, non si è appena sdraiato il mio gatto sulla tastiera. Con il termine “Bücherverbrennungen” si fa riferimento a una serie di azioni propagandistiche messe in atto dal regime tedesco a partire dal 1933 che consistevano nell’organizzare grandi roghi di libri ritenuti non conformi alle ideologie naziste del periodo. Sappiamo come andò a finire. Analogamente in Italia una lista di libri proibiti era stata redatta dal regime fascista, al fine di epurare le narrazioni o i saggi invisi al governo dittatoriale del periodo. A distanza di quasi un secolo la storia si ripropone – come fosse peperone – in modo altrettanto indigesto: il governo bielorusso ha messo al bando il romanzo distopico “1984. A riportare la notizia il Kiev Post, che cita media indipendenti del Paese.


Il libro proibito

Secondo quanto si apprende, l'ordine di ritirare dalle librerie tutte le copie del capolavoro di George Orwell e di interromperne la vendita sotto qualsiasi forma è arrivato dal governo ed è entrato in vigore ieri. Ad accompagnare la folle decisione anche l’arresto, lunedì scorso, dell’editore Andrey Yanushkevich e di un suo collega, tradotti in carcere in seguito a una perquisizione condotta in un suo appartamento dalle forze di sicurezza dello Stato, che aveva fatto rinvenire 200 copie del romanzo.

Oltre alla detenzione (diventata illegale) di “1984”, la casa editrice di Yanushkevich ha commesso il crimine di aver pubblicato la versione del romanzo in lingua bielorussa nel 2020 e nel 2021.

Che Alexander Lukashenko, il presidente Bielorusso, non fosse il più democratico dei leader lo avevamo intuito anche dalla vicinanza e dal sostegno dato in questo periodo alla campagna militare di aggressione voluta dal presidente russo Putin in Ucraina. Tuttavia, arrivare a bandire un libro al giorno d’oggi non si limita a configurare una preoccupante deriva dittatoriale di Lukashenko, ma anche una certa (ancora più preoccupante) ottusità: nel 2022, con Internet, gli audiolibri, i social e tutti gli strumenti digitali che la rete mette a disposizione, aggirare la censura è diventata senza dubbio una delle operazioni più facili da operare.

Si aggiunga a questo l’insegnamento che impariamo sin da bambini: sappiamo come vietare qualcosa, in realtà, non faccia altro che spingere ancora di più le persone a ricercare il contenuto proibito.


1984

Il libro tanto temuto è stato scritto nel 1948. Il titolo è stato ottenuto dall’autore ribaltando le ultime due cifre, in modo da proiettarsi in un immaginario futuro dominato da una feroce dittatura che tiene sotto controllo tutti i cittadini attraverso un meccanismo di videosorveglianza attivo 24 ore su 24 operato da una figura denominata “Grande Fratello” (vi ricorda qualcosa?).

In ogni casa è installato un “teleschermo”, impossibile da spegnere, che continua a trasmettere martellante propaganda. Al governo c’è “il Partito” che opera una costante censura e modifica dei fatti storici: proprio il personaggio principale, Winston Smith, si occupa di riscrivere tutti gli avvenimenti del passato nel modo più utile al regime. Stufo della situazione, il nostro protagonista decide di disobbedire alle regole: inizia a scrivere un diario, intraprende una relazione con una sua collega, inizia a indagare sul passato senza filtrarlo con le lenti della dittatura.

Entrati a far parte della “Fratellanza”, l’associazione sovversiva segreta che vuole distruggere il Grande Fratello, si ritroveranno vittime di un doppio gioco che metterà a repentaglio le loro vite.



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