Calenzano, trovato l'ultimo corpo, salgono a 5 le vittime accertate dell'esplosione nel deposito Eni

Calenzano, trovato l'ultimo corpo, salgono a 5 le vittime accertate dell'esplosione nel deposito Eni

Calenzano, trovato l'ultimo corpo, salgono a 5 le vittime accertate dell'esplosione nel deposito Eni Photo Credit: agenziafotogramma.it


Proseguono le indagini della Procura di Prato, che ha nominato due consulenti. Cordoglio ma anche rabbia dei lavoratori che chiedono più sicurezza

Nel deposito Eni di Calenzano le ricerche sono riprese all'alba. Dopo poco sono stati trovati due corpi, che si aggiungevano ai due recuperati già ieri. In questi minuti individuato anche quello dell’ultimo operaio che era disperso. Salgono così a 5 le vittime accertate dell'esplosione. Sono 26 invece i feriti, due di loro in modo grave, ricoverati al centro grandi ustioni. "Le loro condizioni sono preoccupanti" ha spiegato il presidente della Toscana Eugenio Giani, a margine del Consiglio regionale che si è aperto con un minuto di silenzio. Proclamato per domani il lutto regionale. 


L'ALLARME PRIMA DELLA DEFLAGRAZIONE

Intanto proseguono le indagini. La Procura di Prato ha aperto un’inchiesta per appurare eventuali responsabilità. Secondo quanto trapela da ambienti investigativi, poco prima dell'incidente un operatore avrebbe dato l'allarme, registrato alle 10.21. La deflagrazione si è verificata pochi secondi dopo, con una catena di esplosioni che ha coinvolto almeno 5 autocisterne. Per accertare al meglio quanto accaduto, la Procura ha anche incaricato due consulenti. Si tratta dell'esplosivista Roberto Vassale e del chimico Renzo Cabrino, che hanno già lavorato come periti nell'inchiesta sulla strage di Capaci. Tra le ipotesi di reato su cui lavora la procura, ci sono l'omicidio colposo plurimo e almeno un'altra contestazione. 


LA RABBIA DEI LAVORATORI

In queste ore nell'impianto è arrivato anche il sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco. "In questo tipo di stabilimenti c'è un monitoraggio e sono richieste precauzione molto alte" ha detto, aggiungendo però che "non è mai abbastanza quando avviene una tragedia, vuol dire che qualcosa non ha funzionato". Grande il dolore, ma anche la rabbia. Oggi davanti alla raffineria Eni di Livorno è stato proclamato uno sciopero di due ore, con assemblea. Almeno 500 gli operai in presidio davanti ai cancelli per chiedere più sicurezza. "Lo sgomento" hanno spiegato "è per i lavoratori e le loro famiglie, questa è una guerra silenziosa che sembra non finire mai e suscita interesse solo dopo tragedie come questa. Non si può morire lavorando". 



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