Coronavirus, Ministero della Salute, voli dalla Cina negli scali sanitari

Coronavirus, Ministero della Salute, voli dalla Cina negli scali sanitari

Coronavirus, Ministero della Salute, voli dalla Cina negli scali sanitari


La Commissione sanitaria nazionale conferma i 106 morti e 4.515 casi d'infezione accertati

La diffusione del Coronavirus di Wuhan accelera: la Commissione sanitaria nazionale cinese ha detto nei suoi aggiornamenti quotidiani che i casi d'infezione accertati sono saliti a 4.515 unità, quasi raddoppiati in 24 ore sulle 2.744 unità di ieri. La commissione ha confermato 26 nuovi decessi, a quota 106 totali, secondo quanto è già emerso stamani dalle comunicazioni della Commissione sanitaria di Wuhan. Allo stato, ci sono quasi 7.000 casi sospetti in attesa di conferma. Nel frattempo, i voli privati dalla Cina in arrivo in Italia "atterreranno negli scali sanitari", come riuferisce il ministero della Salute, dopo l'incontro odierno della task-force coronavirus (2019-nCoV). In particolare è stato deciso di convogliare verso l'aeroporto sanitario di Roma Fiumicino gli eventuali voli privati in arrivo dalla Cina destinati allo scalo di Ciampino. Si sta procedendo per estendere la stessa misura agli altri aeroporti italiani e consentire l'atterraggio dei voli dalla Cina solo a Roma Fiumicino e Milano Malpensa. L'Organizzazione mondiale della sanità ha ammesso l'errore e dichiara che il rischio globale derivante dal coronavirus cinese è "elevato", non "moderato" come aveva scritto negli ultimi rapporti. In quello più recente, infatti, l'organismo dell'Onu rileva un rischio "molto alto in Cina, alto a livello regionale e alto a livello globale". "La correzione di oggi dell'Oms, che ha dichiarato che il rischio globale derivante dal coronavirus cinese è 'elevato' ammettendo un errore nei suoi precedenti rapporti in cui lo si definiva 'moderato', potrebbe essere un preludio alla dichiarazione di 'emergenza globale' da parte della stessa Oms", afferma all'ANSA il direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell'Istituto Superiore di Sanità, Gianni Rezza. E' però, afferma, "anche una decisione politica nei confronti della Cina".


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