Covid, dati falsati sul contagio, inviati dalla Sicilia a Roma per non andare in zona rossa, si dimette assessore

Covid, dati falsati sul contagio, inviati dalla Sicilia a Roma per non andare in zona rossa, si dimette assessore

Covid, dati falsati sul contagio, inviati dalla Sicilia a Roma per non andare in zona rossa, si dimette assessore


C'è anche l'assessore alla Salute della Sicilia, Ruggero Razza, tra le persone indagate nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Trapani che all'alba ha portato all'arresto, tra gli altri, della dirigente del Dipartimento per le attività sanitarie della regione, l’accusa: aver modificato i dati sul contagio da Covid in Sicilia

La Sicilia inviava i dati sul Covid a Roma, alterati

Dal mese di novembre scorso fino a oggi, in 40 occasioni sarebbero stati inviati dal Dipartimento della Salute siciliana all’Istituto Superiore di Sanità, dati falsi sulla pandemia, modificando il numero dei positivi e dei tamponi e, in alcuni casi, anche dei decessi, così da modificare i provvedimenti da adottare per il contenimento della diffusione del virus. Secondo quanto si legge nell’ordinanza del magistrato che ha disposto le misure cautelari nei confronti di tre persone, tra cui la dirigente generale del dipartimento, Letizia Di Liberti, l’alterazione dei dati rilevanti ha impedito l’adozione di misure di contenimento più severe contro la diffusione del coronavirus. In tutto ci sono sette indagati. La posizione dell’assessore alla Sanità siciliana Ruggero Razza, che risulta indagato, è al momento al vaglio degli inquirenti che, sin qui, hanno ipotizzato un suo coinvolgimento parziale nelle attività delittuose del dipartimento. L'assessore comunque ha subito presentato le sue dimissioni. Ed è all’attenzione della Procura anche la posizione del commissario per l’emergenza Covid a Palermo, Renato Costa, responsabile dell’hub vaccinale, che non è indagato. Secondo il Gip, Costa era consapevole della prassi del dipartimento sanitario siciliano di “diluire i dati dei contagi”

La dirigente diceva, ”più di 300 positivi non ne do oggi”

Le intercettazioni disposte dalla Procura di Trapani, titolare dell’inchiesta, hanno evidenziato una condotta tesa ad alterare il flusso dei dati sul contagio che arrivavano all’ISS. Al vertice dei presunti responsabili secondo gli inquirenti, la dirigente Liberti che avrebbe scelto di non rendere informazione completa all’Istituto Superiore di Sanità: sono state evidenziate “anomalie nella comunicazione al Ministero della Salute” e anche irregolarità nella raccolta dei dati dagli uffici periferici che spesso venivano interpellati personalmente dalla donna che, pur essendo dirigente, si faceva carico anche di telefonare alle strutture territoriali per sopperire alla disorganizzazione e alla lentezza delle stesse.

L’assessore intercettato “spalmiamo un poco i morti”

Secondo alcune telefonate intercettate tra l’assessore regionale alla Sanità siciliana, Razza, oggi indagato e la dirigente regionale Letizia Liberti, ai domiciliari, il primo avrebbe invitato la seconda a ridurre il numero di morti da comunicare all’Istituto Superiore di Sanità. "I deceduti glieli devo lasciare o glieli spalmo?", chiede Liberti, non sapendo di essere intercettata. "Ma sono veri?", chiede l’assessore a sua volta. "Si, solo che sono di 3 giorni fa", risponde. E Razza dà l'ok: "spalmiamoli un poco". L’assessore dovrebbe essere sentito a breve

Governatore siciliano Musumeci, “fiducia in Razza, zona rossa chiesta da noi”

Il Presidente della Regione Sicilia ha dichiarato di avere fiducia nell’assessore regionale Razza. Il governatore, che le indagini hanno appurato essere totalmente estraneo alla vicenda, ha detto anche “Fino alla scorsa settimana - ha proseguito – abbiamo chiesto noi a Roma la zona rossa perché noi guardavamo al numero dei morti. Facciamo andare avanti le indagini, gli avvisi di garanzia servono a fare chiarezza, lasciamo lavorare e alla fine ne trarremo le conclusioni".


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