Ex Ilva: nuove perquisizioni dei carabinieri nello stabilimento siderurgico, la Procura indaga su emissioni

Ex Ilva: nuove perquisizioni dei carabinieri nello stabilimento siderurgico, la Procura indaga su emissioni

Ex Ilva: nuove perquisizioni dei carabinieri nello stabilimento siderurgico, la Procura indaga su emissioni Photo Credit: agenziafotogramma.it


I magistrati di Taranto procedono per inquinamento ambientale e getto pericoloso di cose: sotto i riflettori sono finite le periodiche fuoriuscite di benzene dal 2018 a oggi dell'impianto

L’obiettivo delle ispezioni dei militari del nucleo operativo ecologico di Lecce,  avvenute negli uffici e nelle diverse aree dello stabilimento siderurgico di Taranto, era l’acquisizione dei documenti relativi alle emissioni di benzene in particolare nella zona cokeria. Negli ultimi mesi,  sono stati registrati infatti diversi picchi periodici di benzene, segnalati da Arpa Puglia, pur restando entro la soglia consentita. Ma nello scorso mese di maggio,  il sindaco di Taranto aveva disposto lo stop dell’area a caldo in mancanza di interventi sulla riduzione delle emissioni. Un seguito di ricorsi da parte di Acciaierie Italia e Ilva ha portato la questione dinanzi al Tar di Lecce che ha bloccato la delibera del sindaco in attesa di una sentenza della Corte di Giustizia europea in materia. Ma l’inchiesta della procura di Taranto va avanti su due ipotesi di reato: inquinamento ambientale e getto pericoloso di cose.


L'inchiesta

L'ordinanza firmata dai pm Mariano Buccoliero e Francesco Ciardo con cui è stata  disposta l'ispezione rientra nell'inchiesta condotta "a carico di persone note aperta nei confronti dei gestori dello stabilimento siderurgico di Taranto, per inquinamento ambientale e getto pericoloso di cose. Sotto i riflettori sono finite le emissioni dal 2018 ad oggi, in pratica nel periodo di gestione di Arcelor Mittal. Da mesi le emissioni di benzene nell'atmosfera sono sotto osservazione: sia le autorità sanitarie, sia l'Arpa Puglia hanno evidenziato un aumento delle concentrazioni di questo gas inquinante. Nonostante non si sia finora superato il valore soglia fissato dalla norma, 5 microgrammi per metro cubo d'aria come media annuale, sono tuttavia i picchi periodici di benzene e la particolarità della situazione ambientale di Taranto a richiedere, per le autorità sanitarie e gli organi di vigilanza, un supplemento di attenzione".


Governo al lavoro sul futuro dell'ex Ilva

Dal punto di vista della vertenza infinita, si lavora all'uscita di Arcelor Mittal dalla proprietà dello stabilimento con l'obiettivo di salvare gli impianti e soprattutto i lavoratori. Gli indiani sarebbero disponibili a diluire la loro quota in Acciaierie d'Italia dal 62% al 34%. Domani invece i sindacati sono stati convocati dal governo a Palazzo Chigi. Sono due le ipotesi allo studio del governo: l'amministrazione straordinaria o l'amministrazione controllata. 


Lotta politica

Sul piano politico, intanto, si consuma lo scontro tra Carlo Calenda e il Movimento 5 Stelle in un rimpallo di responsabilità sul destino della più grande acciaieria d'Europa ora a rischio chiusura. Una bella patata bollente per il governo Meloni che ora è al lavoro per trovare la soluzione che porti meno danni possibili, soprattutto punti a evitare contenziosi infiniti e dispendiosi. Dopo le parole del ministro per le Imprese e il made in Italy, Adolfo Urso, che assicura che "il Governo e quindi lo Stato è in campo, oggi più che mai, per salvare e rilanciare la siderurgia italiana", il sottosegretario al Mimit, Massimo Bitonci, aggiunge che tra le ipotesi di liquidazione volontaria, "assurda" dice, e composizione negoziata, "penso che alla fine si andrà verso l'amministrazione straordinaria", ma "è chiaro che dopo si deve iniziare un percorso, è importante il cambio dell'assetto manageriale e il piano industriale".





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