Fallito il Gran Hotel di Riccione, ha ospitato capi di Stato, reali e personaggi del jet set internazionale

Nei prossimi giorni, come riporta il quotidiano "Il Resto del Carlino", il curatore fallimentare dovrebbe nominare un consulente che avrà il compito di svolgere una perizia sul complesso della struttura. L’obiettivo è quello di arrivare alla messa in vendita dell’intero lotto. Il Grand Hotel di Riccione, a due passi da viale Ceccarini, è stato inaugurato nel 1929. A costruirlo in stile Coppedé, variante del Liberty, sull’area dell’ex ospizio Amati-Martinelli, era stato il commendatore Gaetano Ceschina, noto imprenditore milanese, che commissionò il progetto all’architetto Rutilio Ceccolini. Con le sue 155 camere, delle quali 25 con bagno, cosa allora rara, eleganti arredi, telefono, autorimessa, tre campi da tennis e uno da golf in miniatura, divenne subito una realtà di lusso ricercata.

Gli eventi mondani

Ad aprire il cartellone, il 20 agosto, fu il Gran ballo della stampa, presente Edda Mussolini, figlia del Duce, nonché esponenti della politica, letteratura e arte. L’eco fu internazionale, ne parlarono tutti i giornali, e non solo in Italia: anche Le Monde e il New York Times raccontarono lo splendore del Grand Hotel di Riccione. 

Punto di riferimento per il jet set

Diventato presto uno dei ritrovi privilegiati dell’élite fascista, in seguito, il Grand Hotel ospitò il comando delle truppe alleate. Nel corso degli anni fu arricchito con la costruzione di una grande piscina. Tra le tante, memorabili, feste che ha ospitato, si ricordano quella del Capodanno del 1965, protagonista nei saloni del Grand Hotel, addirittura, una giovanissima Mina, e quella di un altro Capodanno dove Giorgio Strehler recitò "L’uomo dal fiore in bocca" di Pirandello. Lunghissima la lista degli ospiti famosi che hanno soggiornato qui: dal presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, alla principessa di Giordania, dai reali dell’Arabia Saudita a Federico Fellini.