Grammy Awards, licenziata l’ex presidente della Recording Academy

Grammy Awards, licenziata l’ex presidente della Recording Academy

Grammy Awards, licenziata l’ex presidente della Recording Academy


Sono state le pesanti accuse di Deborah Dugan a portare l’istituzione a prendere tale decisione

La Recording Academy, l'istituzione che ogni anno organizza i Grammy Awards, i premi più ambiti nel mondo della musica, ha ufficialmente licenziato l'ex presidente Deborah Dugan nominata all’inizio del 2019. Era la prima donna a ricoprire questo tipo di incarico.

Molestie sessuali e voti truccati, le accuse dell’ex presidente

"Ha lanciato una campagna mediatica e dannosa nel tentativo ingiustificato di far deragliare lo show dei Grammy Awards". È ciò che hanno dichiarato i legali dell'Academy, confermando il suo licenziamento. Dopo alcune pesanti accuse che aveva rivolto all’Academy e ai suoi membri, la presidente era stata momentaneamente allontanata dall'istituzione all'inizio dell'anno, pochi giorni prima dell'edizione 2020 della cerimonia di consegna dei premi. Aveva denunciato di aver subito molestie sessuali da parte di Joel Katz, uno degli avvocati dell'organismo, che però ha negato, e aveva sostenuto che i voti per i Grammy fossero truccati. Inizialmente si è deciso di risolvere la controversia senza coinvolgere i media e senza destare scandali. Quando, però, la Dugan ha chiesto 22 milioni di dollari per andarsene, i rapporti si sono ufficialmente interrotti. "Alla fine siamo stati costretti a licenziare la signora Dugan. Non farlo ci avrebbe spinto a compromettere i nostri valori, stabilendo un precedente. I nostri membri, i nostri dipendenti e l'intero settore musicale meritano di meglio", hanno affermato i legali dell’Academy. Le indagini eseguite sull’ex presidente, inoltre, sono state condotte da persone che non hanno mai avuto rapporti con l'organizzazione, in modo da garantirne l'imparzialità.

La risposta dell’ex presidente

In seguito, non si è fatta attendere la risposta di Deborah Dugan. Si è definita "delusa ma non sorpresa" dalla decisione dell'Academy. L'ex presidente sostiene di essere stata punita per aver cercato di cambiare l'Academy, incontrando una forte resistenza: "Sono stata reclutata e assunta dalla Recording Academy per apportare cambiamenti positivi; sfortunatamente, non sono stata in grado di farlo come suo presidente. Invece di provare a riformare l'istituzione corrotta dall'interno, continuerò a lavorare per rendere responsabili coloro che continuano a fare affari da soli, contaminando il processo di voto dei Grammy e discriminando le donne e le persone di colore". Inoltre, gli avvocati della donna assicurano che la battaglia contro l'Academy non finirà qui: "La decisione dell'Academy dimostra che non vuole fermarsi davanti a nulla per proteggere la cultura di misoginia, della discriminazione basata sulle molestie sessuali, sulla corruzione e sui conflitti di interesse. La decisione è spregevole e a tempo debito l'Academy, la sua direzione e i suoi avvocati saranno ritenuti responsabili secondo la legge".​


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