Harry e Meghan sbarcano (anche) su Spotify e lanciano il loro podcast, nuova creazione del marchio Sussex

Harry e Meghan sbarcano (anche) su Spotify e lanciano il loro podcast, nuova creazione del marchio Sussex

Harry e Meghan sbarcano (anche) su Spotify e lanciano il loro podcast, nuova creazione del marchio Sussex


Il colosso dello streaming ha chiuso l'accordo con gli ex-reali britannici, per una serie di contributi audio. Harry e Meghan parleranno di storie ispirazionali e di grande impatto emotivo

Nel giro di poche ore, Spotify ha annunciato un accordo potenzialmente da crack-economico e poi ha dovuto fare i conti con un clamoroso crash, che ha ricordato molto da vicino quanto accaduto la scorsa settimana ai servizi Google.

Harry e Meghan a bordo

Partiamo dalle buone notizie, per il colosso dello streaming, che ha deciso di puntare fortissimo sul brand dei Sussex, vale a dire le ex-teste coronate Harry d’Inghilterra e Meghan Markle. In linea con quanto annunciato dei coniugi Obama, al termine dell’esperienza alla casa bianca di Barack, anche Harry e Meghan sbarcano su Spotify, con una loro serie di podcast.

Harry, Meghan e le belle storie

Il materiale audio, secondo quanto spiegato dalla ex coppia di altezze reali, sarà un viaggio nei buoni sentimenti, in storie che possano ispirare il prossimo e far scorgere sempre la luce in fondo al tunnel, il senso migliore della vita.
Costretti dal rigidissimo accordo con Buckingham Palace a rinunciare al titolo di altezza reali e a qualsiasi riferimento alla famiglia regnante in Gran Bretagna, Harry e Meghan hanno scelto di presentarsi nel modo più semplice possibile, all’esordio dei loro podcast, usando solo i rispettivi nomi di battesimo.

Harry, Meghan e... basta

Un approccio particolarmente user friendly, che è un modo di aggirare le restrizioni imposte dalla regina Elisabetta e continuare al contempo la costruzione di quel vero e proprio brand di famiglia - Sussex - in cui i due giovani sembrano essere sempre più impegnati.
Dai tempi del trasferimento in Canada e poi negli Stati Uniti, Harry e Meghan, in base all’accordo chiesto e ottenuto dalla famiglia di lui, sono stati costretti a fare buon viso a cattivo gioco. Dovendo (senza particolari rimorsi…) abbandonare gli impegni classici delle teste coronate, la coppia si è dedicata anima e corpo al puro business, sia pur con indiscutibili finalità benefiche. In quest’ottica, ricadono gli accordi di Meghan con colossi dello streaming video e adesso della stessa coppia Harry-Meghan con la company più importante a livello globale per quanto concerne la musica in streaming e i podcast. Si parla di un milione di dollari di compenso, ma la cifra potrebbe risultare approssimata per difetto.

Harry, Meghan e il Podcast

La realtà quotidiana, intanto, è fatta sì di confini ad oggi ancora inesplorati ed eccitanti (difficile dire dove possa arrivare una forma di comunicazione come il podcast, già di enorme successo negli USA, ma ancora con praterie davanti a sé in Europa), ma anche dalle insidie di una bulimia del pubblico, che non di rado porta a crash tecnicamente catastrofici. Oggi, è toccato proprio a Spotify restare irraggiungibile per ore, in diversi paesi della terra. I danni dal punto di vista economico di uno ‘Spotify-down’ sono difficilmente calcolabili. Soprattutto - come capitato la settimana scorsa all’universo di Google - ad essere scalfita è l’immagine di assoluta affidabilità e solidità di questi colossi. In realtà, nessuno di loro è rimasto immune e tutti, prima o poi, hanno dovuto fare i conti con grossi problemi tecnici.

Pubblico poco paziente

Intoppi, va osservato, che non generano, però, umana simpatia: leggendo il comportamento di milioni di persone nel mondo, l’utente medio è disposto a pagare per una serie di servizi, ma per nulla ad accettare problemi tecnici anche transitori e ritardi. È la dura legge della realtà digitale del III millennio.


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