Il cardinale Parolin precisa la posizione del Vaticano: la Russia fermi l'invasione in Ucraina, poi via ai negoziati

Il cardinale Parolin precisa la posizione del Vaticano: la Russia fermi l'invasione in Ucraina, poi via ai negoziati

Il cardinale Parolin precisa la posizione del Vaticano: la Russia fermi l'invasione in Ucraina, poi via ai negoziati Photo Credit: agenziafotogramma.it


Il Papa aveva evocato la bandiera bianca per Kiev, il segretario di stato vaticano precisa che la prima condizione per le trattative è che Mosca fermi la sua invasione

PRECISAZIONE IMPORTANTE

Dal Vaticano questa mattina è arrivata una precisazione importante. Il segretario di Stato, il Cardinale Pietro Parolin, è tornato sulle parole del Papa a proposito di Ucraina e ha sottolineato come la prima condizione per arrivare alla pace sia mettere fine all’aggressione dei russi. Nel fine settimana le parole del Pontefice avevano creato qualche malumore a Kiev, visto l’invito ad alzare bandiera bianca, quindi di fatto ad arrendersi, per porre fine al conflitto.

IL PRIMO PASSO DA MOSCA

Stamattina dalle colonne del Corriere della Sera il Cardinale Parolin ha precisato che la Santa Sede continua a chiedere il “cessate il fuoco” e che il primo passo lo devono fare coloro che hanno invaso, quindi i russi. Parolin, che di fatto è il ministro degli esteri del Vaticano, ha spiegato che il Papa intendeva dire che negoziare non è debolezza ma forza, non è resa ma è coraggio. E che l’intento del Santo Padre è preservare la vita, viste le migliaia di vittime del conflitto che ormai dura da due anni.

SOLUZIONE DIPLOMATICA

Nell’intervista a Il Corriere della Sera, il cardinale Pietro Parolin ha sottolineato che “l’appello del Pontefice è che si creino le condizioni per una soluzione diplomatica alla ricerca di una pace giusta e duratura. In tal senso è ovvio che la creazione di tali condizioni non spetta solo a una delle parti, bensì ad entrambe, e la prima condizione mi pare sia proprio quella di mettere fine all'aggressione”.


CESSATE IL FUOCO

Il segretario di stato Vaticano ha proseguito dicendo che “la Santa Sede continua a chiedere il 'cessate il fuoco', e a cessare il fuoco dovrebbero essere innanzitutto gli aggressori, e quindi l'apertura di trattative. Trattandosi di decisioni che dipendono dalla volontà umana, rimane sempre la possibilità di arrivare a una soluzione diplomatica. La guerra scatenata contro l'Ucraina non è l'effetto di una calamità naturale incontrollabile ma della sola libertà umana, e la stessa volontà umana che ha causato questa tragedia ha anche la possibilità e la responsabilità di intraprendere passi per mettervi fine”.

SI COMBATTE

Nel frattempo sul campo la guerra va avanti: i partigiani russi filo-ucraini sono entrati nei territori delle regioni russe di Belgorod e Kursk, hanno preso il controllo di una città di confine e stanno avanzando in diverse direzioni. Le forze ucraine hanno anche  attaccato il territorio russo con decine di droni nelle ultime ore, colpendo anche una raffineria a Nizhny Novgorod, a centinaia di chilometri dal confine. Una delle unità della raffineria, nella zona industriale di Kstov, ha preso fuoco. Il ministero della Difesa ha detto che almeno 25 droni ucraini sono stati abbattuti in varie regioni, di cui due in quella di Mosca e uno in quella di San Pietroburgo. Non sono segnalate vittime.


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