Il futuro dell'Italia dopo l'eliminazione dai Mondiali, Mancini verso le dimissioni

Il futuro dell'Italia dopo l'eliminazione dai Mondiali, Mancini verso le dimissioni

Il futuro dell'Italia dopo l'eliminazione dai Mondiali, Mancini verso le dimissioni


L'Italia prepara la partita contro la Turchia, valida solo per i punti nel ranking Fifa, in un'atmosfera surreale dopo l'eliminazione dal Mondiale in Qatar. Mancini ad un passo dalle dimissioni.

Dal tetto d'Europa al baratro più totale in otto mesi. La vittoria dell'europeo sembra ormai solo un lontano ricordo spazzato via dalla delusione di non essersi qualificati ai Mondiali per la seconda volta consecutiva. Il giorno dopo, nel ritiro degli Azzurri a Coverciano, regna il silenzio, la delusione e l'incredulità, perché diciamocelo, probabilmente nessuno avrebbe mai pensato di arrivare ad una situazione simile e di non battere la Macedonia del Nord. Ora bisogna preparare la sfida surreale contro la Turchia, sempre che i club di Serie A non facciano pressione per riavere indietro alcuni calciatori. Il programma è stato confermato dallo stesso presidente Gabriele Gravina in conferenza stampa e da Roberto Mancini: "Ora che si fa? Si torna a Coverciano, ci si allena e si va a giocare in Turchia". L'atmosfera che ruota intorno a questa partita è di sconforto, una sfida valida solo per il ranking Fifa come da regolamento, e che verrà giocata nello stessa serata in cui è in programma la finale, quella sì, che regalerà il posto per qualificarsi al Mondiale del Qatar tra Portogallo e Macedonia del Nord.


Futuro incerto per Mancini 

"Troppo grande la delusione per pensare ora al futuro", erano state queste le parole del Ct Roberto Mancini subito dopo la sconfitta con la Macedonia. La realtà è che il futuro dell'Italia è più incerto che mai. Sembra essersi chiuso un ciclo, proprio quando tutto sembrava funzionare alla perfezione dopo anni di lavoro. Roberto Mancini non sembra intenzionato a continuare e la strada delle dimissioni sembra quella più quotata, ma il presidente della Figc Gabriele Gravina sta cercando in tutti i modi di fargli cambiare idea. La partita "beffa" contro la Turchia potrebbe essere l'ultima alla guida della Nazionale per Mancini. La ricerca di un sostituto è già iniziata e i nomi nella lista sono davvero tanti. In pole ci sarebbe addirittura una coppia di campioni del mondo: Fabio Cannavaro con Marcello Lippi come direttore tecnico, ma si candida anche Andrea Pirlo. In lizza spuntano anche Stefano Pioli e Claudio Ranieri


Le reazioni 

In tanti  si sono espressi dopo la sconfitta dell'Italia e tutti concordano su un argomento in particolare: lo scarso impiego dei giovani italiani, e soprattutto un calcio poco evoluto nel nostro paese che è rimasto indietro nel tempo. "Questa è la legge del calcio: è stata una sconfitta inaspettata e sono molto amareggiato. Mi dispiace per i tifosi, ma rimane la grande gioia dell’Europeo. Il calcio è questo".  Queste le parole in mattinata del presidente della Figc Gravina, il quale oltre a mostrare un grandissimo dispiacere per la sconfitta, si scaglia anche contro i club italiani: "Il 30% degli italiani gioca nelle formazioni Primavera, abbiamo dei limiti oggettivi. Non sto dicendo che ci sia responsabilità dei club in questa sconfitta, ma sicuramente c'è carenza di materiale umano per fare una buona selezione rispetto agli altri paesi. Sarà un nostro impegno politico trovare un rimedio in tempi rapidi. Quando convochiamo i calciatori in Nazionale, i club quasi si infastidiscono per paura di infortuni, stanchezza e cose varie, anziché vederla come una possibilità per collaborare per il bene comune". Tra gli allenatori, uno dei commenti più duri è stato quello di Fabio Capello, il quale ha criticato il modello di gioco italiano, accusando la Nazionale di "copiare" senza successo il gioco di Guardiola di quindici anni fa.  "Facciamo un calcio che usa passaggi laterali, ad ogni contrasto ci si butta a terra, e anche una squadra mediocre come la Macedonia a livello fisico ci è stata superiore come dinamismo, forza e determinazione - commenta Capello -  è tutto chiaro: fino a quando non avremo capito che il modello da copiare è quello tedesco non andremo avanti, perché se vogliamo fare come gli spagnoli, che hanno una tecnica superiore, non riusciremo mai a farlo, lo facciamo sempre al 50%. Dobbiamo copiare il modello tedesco come determinazione, gioco in verticale e in profondità". 





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