Immersi in Monet: a Milano un’esperienza d’arte digitale dedicata al pittore

Immersi in Monet: a Milano un’esperienza d’arte digitale dedicata al pittore

Immersi in Monet: a Milano un’esperienza d’arte digitale dedicata al pittore


Oltre 300 capolavori presentati in “Claude Monet: The immersive experience"

Walter Benjamin sosteneva che osservare un’opera d’arte attraverso un dispositivo che la riproducesse (come una fotografia o uno schermo) fosse causa di un problematico distacco. Lui la chiamava “perdita dell’aura”, quell’unicità derivante dall’osservazione nel “qui e ora”, resa possibile solo da una prossimità spaziale. Se avesse avuto la possibilità di indossare un visore e catapultarsi direttamente dentro il mitologico giardino di Claude Monet però, forse, il povero Benjamin si sarebbe ricreduto. Immergersi letteralmente dentro un’opera è oggi possibile, grazie a una serie di strumenti sempre più utilizzati nelle mostre e sempre più apprezzati dagli appassionati d’arte.

Lo sanno bene i curatori di “Claude Monet: The immersive experience”, una nuova esposizione immersiva che ha aperto ieri a Milano, presso lo Spazio Ventura, in occasione dei 100 anni dalla nascita del noto pittore francese, padre dell’impressionismo.


Claude Monet

Era il 1872 quando Monet realizzava “Impression, soleil levant”, il dipinto che avrebbe dato il via alla stagione dell’impressionismo. In un momento storico in cui la fotografia sconvolgeva il mondo della rappresentazione del reale - prima affidato solo ai pittori -, dando la possibilità di una mimesi fedelissima di ciò che si presentava davanti all’obiettivo, gli artisti si “ribellarono” abbandonando completamente ogni tentativo di riproduzione realistica. Il mare all’alba, con una barchetta in primo piano e il sole sullo sfondo, diventavano macchie, schizzi di colore e dei soggetti era possibile intuire solo una forma confusa.

I pittori impressionisti amavano dipingere “en plen air”, all’aria aperta, dando sfogo alla propria interpretazione della natura. Il padre fondatore del movimento, Monet, non a caso, aveva ricreato nella propria abitazione in Normandia un giardino stracolmo di piante provenienti da tutto il mondo, protagoniste di molti suoi quadri (si pensi al ciclo di circa 250 dipinti che raffigura le Ninfee).


La Mostra

Proprio la voglia di celebrare l’importanza di questo movimento pittorico e del suo fondatore, ha dato ispirazione per “Claude Monet: The immersive experience”: un’esperienza d’arte digitale che porta i visitatori a immergersi a 360 gradi dentro il mondo dell’artista. Quasi 2mila metri quadrati di esposizione all’interno dei quali, attraverso una tecnologia digitale 4K, è possibile apprezzare la rappresentazione di oltre 300 opere di Monet.

Ad accogliere i visitatori, una serie di pannelli con le tappe fondamentali della storia dell’impressionismo, e una proiezione che racconta la vita dell’artista. Successivamente si viene accolti da un salotto all’interno del quale sono esposte riproduzioni delle opere del pittore. Si passa poi al suo giardino, con tanto di ponte in legno. “Un giardino al quale nessuno poteva accedere! Diventava matto, non lo permetteva né a figli né a nipoti. Era legatissimo a questa ricerca maniacale della perfezione: importava dall’estero molte piante esotiche, ricreava ambienti ed erano la sua tela vivente”, ci spiega Roberta Saldi, Corporate & co marketing manager di Exhibition Hub, curatore, produttore e distributore della mostra.


Arte e tecnologia

La sala successiva è attrezzata con sedie e cuscini per consentire ai visitatori di rilassarsi a pieno, mentre su tutte le pareti circostanti vengono proiettate gigantografie in movimento delle opere di Monet: una commistione di luci e immagini che consente di abbandonarsi all’esperienza. Infine si accede all’ultimo ambiente, dove la vera protagonista è la realtà virtuale. I visitatori si siedono su sedie girevoli, indossano dei comodi visori (la cui vestibilità è ottima anche per chi porta gli occhiali) e si immergono, letteralmente, all’interno del mondo dell’artista, interagendo con un video che ti porta a 360 gradi dentro gli ambienti dipinti da Monet. In qualunque momento lo spettatore può volgere lo sguardo dove vuole, ruotando anche su se stesso, apprezzando a pieno tutti gli ambienti.

“Come tutte le nostre mostre, anche questa ha un carattere di edutainment (education + entertainment) perché è un approccio nuovo a quello che è la cultura e la conoscenza”, spiega Saldi. “Oggi - conclude - serve una comunicazione nuova. Io ho due figli adolescenti e la lobotomizzazione che crea lo scroll sui social è un problema reale. Cosa proponiamo noi in alternativa? Un approccio nuovo. La nostra utenza è del 35-40% più giovane degli altri musei”.



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