Le fate ignoranti - la serie: in anteprima la recensione dei primi due episodi

Le fate ignoranti - la serie: in anteprima la recensione dei primi due episodi

Le fate ignoranti - la serie: in anteprima la recensione dei primi due episodi


Dopo più di vent’anni dal film che ha cambiato la carriera del regista, Ozpetek firma la sua prima serie tv targata Disney Plus

Venerdì 8 aprile si è tenuta la proiezione riservata alla stampa dei primi due episodi de "Le fate ignoranti", la prima serie diretta da Ferzan Ozpetek e prodotta dalla Disney che sarà disponibile sulla piattaforma streaming da mercoledì 13 aprile. Più che un rifacimento del celebre film del 2001, che tanta fortuna portò al regista e che in parte contribuì a rivoluzionare il tessuto sociale italiano, questa narrazione seriale si propone l'obiettivo di attualizzare Le fate ignoranti al 2022, cercando quindi di avere un occhio di riguardo nei confronti dell'epoca in cui ci troviamo a vivere.


La trama della serie

Quando Massimo (Luca Argentero), il marito di Antonia (Cristiana Capotondi), rimane ucciso in un incidente d’auto, la donna scopre che suo marito aveva una relazione omosessuale con un uomo di nome Michele (Eduardo Scarpetta). Antonia, devastata dalla notizia, si ritroverà a stringere un’amicizia inaspettata e commovente con Michele e la sua cerchia di amici eccentrici che abitano una splendida terrazza che domina il quartiere Ostiense di Roma.


Gli opposti si attraggono

Un equilibrio impeccabile tra la gioia e il dolore, tra le risate e le lacrime. In questa serie gli opposti si attraggono, o almeno in questi primi due episodi. La Roma bella e la Roma industriale, la borghesia e il popolo, la mente e il cuore, la magia e la verità. Il tutto tenuto insieme dalla favola quasi onirica che Ozpetek mette in scena, senza dimenticare anche quel pizzico di realismo che dona profondità al racconto. Un cast eccezionale, il vero asso nella manica della produzione, annaffiato dalla poesia delle musiche, che esaltano le emozioni e arricchiscono le scene. Mentre il primo episodio ha il compito di gettare le basi per la narrazione e le atmosfere della serie, risultando quindi lievemente meno interessante, nel secondo la forma filmica e il racconto spiccano il volo, raggiungendo delle belle vette di poesia, dramma e commedia. Rispetto al film originale del 2001, tanta acqua è passata sotto i ponti, sia nella carriera del regista, sia nella società italiana. Ozpetek è cresciuto come artista, è più sensibile al linguaggio cinematografico che usa con grande garbo e delicatezza, ma anche con grande maestria. L'Italia, forse anche grazie alla pellicola originale, riuscì a comprendere meglio le dinamiche di genere. Guardando i primi episodi della serie Le fate ignoranti sembra di vivere quel melò tipico di Almodovar, che argutamente viene contaminato dalla commedia italiana e dai ritratti popolani perfettamente disegnati. Secondo il mio giudizio è inutile affannarsi nell'eterno confronto tra il film e la serie, perché nonostante gli innumerevoli punti di contatto, e nonostante la pellicola resti un momento assoluto nella storia del cinema contemporaneo, la serie si difende bene; anzi, più che bene, riservandosi di creare delle belle emozioni negli occhi e nel cuore dello spettatore.


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