Le regine di Netflix, sono le donne a giocare il ruolo di protagoniste indiscusse, regalando nuove sfumature di interpretazione

Le regine di Netflix, sono le donne a giocare il ruolo di protagoniste indiscusse, regalando nuove sfumature di interpretazione

Le regine di Netflix, sono le donne a giocare il ruolo di protagoniste indiscusse, regalando nuove sfumature di interpretazione


Lo scoppiare della pandemia ha modificato le nostre abitudini quotidiane e, in alcuni casi, le ha totalmente stravolte

“Schiavi” di Netflix

La pandemia e la reclusione più o meno forzata hanno arricchito ulteriormente, casomai ne avessero avuto bisogno, colossi multinazionali come Amazon e Netflix. Preoccupato per la propria sorte incerta ed annoiato dai nuovi ritmi blandi di vita imposti dai governi di mezzo mondo “l’animale uomo” conduce la propria esistenza tra acquisti compulsivi e la visione di uno straordinario numero di serie televisive - che prima dell’avvento del coronavirus mai si sarebbe sognato di seguire con tale maniacale assiduità. Per meglio orientare l’utente Netflix non solo suddivide serie e film per generi, ma anche in base ai nostri downloads procede ad orientarci nelle prossime visioni, con la frase: “ti potrebbe piacere anche…” che abbatte qualunque forma di privacy: Netflix ti pone di fronte alla tua anima nuda e smaschera le tue più recondite inclinazioni. Già, perché se te la tiri da fine intellettuale che guarda solo film francesi ed invece, al riparo da squadri indiscreti, ti sbellichi dalle risate per “Una notte da leoni” a Netflix non sfuggirà il tuo segreto, proponendoti una serie di titoli simili che potrebbero catturare il tuo interesse (quello vero).


Il fascino del male

Avendo rinunciato da tempo a pose da dottoressa in Lettere, io non ho alcun problema ad ammettere di aver letteralmente divorato Bridgerton, una serie a metà tra il surreale ed il distopico ambientata ai tempi di un’improbabile corte di Francia, dove il gossip la fa da padrone tra sottane svolazzanti e occupazioni fatue. Dopo il periodo horror, come se non fossimo già abbastanza circondati dalle miserie quotidiane -le creature malefiche di Stream, in onda qualche tempo fa su Sky, hanno tenuto in ostaggio la mia attenzione per mesi- mi sono appassionata come la maggior parte del popolo recluso alle serie dedicate ai narcotrafficanti, in parte proprio per la loro drammatica ma innegabilmente affascinante aderenza con la realtà. Senza dilungarci sul fascino che da sempre il male esercita sull’uomo, da Narcos in poi serie e film ispirati al cartello della droga hanno attirato milioni di utenti. Ma la novità, a mio avviso, sta nella preponderante declinazione al femminile del tema.


Teresa Mendoza e le altre

Per Teresa Mendoza è stato amore a prima vista. E’ bene specificare che di serie intitolate Regina del Sud ne troverete più d’una su Netflix, ma quella con Alice Braga nel ruolo della protagonista è stata una tra le più viste dell’ultimo anno. La serie è l'adattamento americano del romanzo "La Reina del Sur", pubblicato nel 2002 da Arturo Perez-Reverte. Esiste anche un altro adattamento televisivo, una soap messicana che prende proprio il titolo del libro "La Reina del Sur" con Kate del Castillo nel ruolo di Teresa Mendoza che, sull'onda del grande successo della versione americana, è stata rilanciata con una nuova seconda stagione nella quale partecipa anche l’attore italiano Raoul Bova. Lo scrittore spagnolo ha sempre dichiarato di non essersi ispirato alla realtà ma l'opinione pubblica ha sempre unito al personaggio di Teresa Mendoza quello della regina delle regine, realmente esistita, Sandra Ávila Beltrán. Il successo di un personaggio come Teresa Mendoza è riconducibile al grande carisma ed alla lucida freddezza con le quali arriva a scalare le più alte vette del comando, diventando a tutti gli effetti la regina del narcotraffico. In attesa della quinta stagione, si può attualmente ripiegare sulle vicende di Ana Maria Carranza, protagonista di Monarca, che potrebbe essere considerata il contraltare di Teresa Mendoza, dato che contrariamente a quest’ultima Ana Maria vuole gestire l’azienda di famiglia, una holding che include anche una distilleria di tequila, nella legalità e nella trasparenza. Nella rappresentazione dell’eterna lotta tra il bene ed il male, questa volta sono le donne a giocare il ruolo di protagoniste indiscusse, regalando nuove sfumature a personaggi abitualmente maschili, rendendoli persino più intriganti. 

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