Maradona, vittoria per il contenzioso fiscale, la commissione tributaria stabilirà la cifra da pagare

Maradona, vittoria  per il contenzioso fiscale,  la commissione tributaria stabilirà la cifra da pagare

Maradona, vittoria per il contenzioso fiscale, la commissione tributaria stabilirà la cifra da pagare


Il pibe de oro non aveva presentato appello, come invece avevano fatto Careca e Alemao, adesso a Maradona è stato esteso il condono del quale aveva beneficato la Ssc Napoli


Diego Armando Maradona non potrà vedere la conclusione di questa vicenda, però per le questioni ereditarie il fatto non è roba di poco conto. Dopo ricorsi e controricorsi la Cassazione ,che ha discusso in udienza a porte chiuse lo scorso 20ottobre, ha pubblicato oggi il verdetto con il quale accoglie il ricorso, cancellando la sentenza e rinviando contemporaneamente alla Commissione tributaria regionale della Campania il calcolo del debito residuo a carico di Maradona. In questo caso, in realtà, ai suoi eredi. Estendendo di fatto anche per lui il condono di cui ha beneficiato il Calcio Napoli. Maradona, morto il 25 novembre 2020, non potrà vedere la conclusione definitiva di una vicenda durata 30 anni. Ma gli aventi diritto potranno valutare, con i benefici, ma anche con i debiti, se accettare o meno l’eredità.

La ricostruzione dei fatti

Nel 1991 l'Agenzia delle Entrate emise sei avvisi di accertamento nei confronti di Diego Maradona e del Napoli Calcio, relativi agli anni che vanno dal 1985 al 1990, quattro avvisi per Antonio De Oliveira Filho "Careca" dal 1987 al 1990, e due per Ricardo Rogerio De Brito "Alemao" per 1989 e 1990. I tre stranieri del Napoli degli Scudetti, sono stati i protagonisti degli anni d'oro del club azzurro con Maradona capitano. Secondo l'Agenzia delle Entrate, il Napoli aveva pagato "in nero" parte dei compensi dei tre giocatori, utilizzando alcune società estere di comodo che si occupavano della gestione dei diritti pubblicitari dei calciatori; poiché la società di calcio aveva acquistato una cospicua percentuale di tali diritti, ma nel corso degli anni non aveva mai ricevuto di ritorno alcuna somma dalle società che si occupavano di diritti pubblicitari. Dunque l'Agenzia aveva ritenuto che l'acquisto dei diritti in realtà celasse dei pagamenti in nero di parte dei compensi per le prestazioni dei calciatori. Un'ipotesi "non dimostrata" però secondo la Commissione tributaria di secondo grado di Napoli che, con sentenza del 6 settembre 1994, aveva accolto sia l'appello della Ssc Napoli che quelli di Careca e Alemao.


Il pibe de oro unico a non presentare appello

Maradona era l'unico a non aver impugnato gli avvisi di accertamento. Nel corso degli anni nei suoi confronti sono stati notificati poi avvisi di mora, con metodi persino avventurosi, nel 1993 tramite il Consolato di Siviglia, nel 1998 all'aeroporto di Milano Malpensa e ancora nel 2001. Solo l'avviso di mora del 2001  fu impugnato da Maradona, ma la Cassazione ha rigettato l'impugnazione nel 2005 .Nel 2004 intanto è stata dichiarata fallita la Società Sportiva Calcio Napoli spa.


Gli atti finali

Sul caso ecco il condono, con la possibilità. per la definizione delle liti fiscali pendenti di pagare il 10% del valore complessivo dell'obbligazione tributaria. Maradona, quale co-obbligato in solido, chiese l'estensione in suo favore degli effetti del condono, richiesta rigettata dalla Commissione tributaria centrale di Napoli nel 2013. Ma nel 2014 Maradona, attraverso il suo avvocato Angelo Pisani, ha presentò ricorso in Cassazione, al quale è seguito un controricorso dell'Agenzia delle Entrate. Oggi un atto decisivo, ma non finale, in attesa della reale cifra che il fisco italiano chiederà agli eredi Maradona.


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