Maurizio Lupi a Rtl 102.5: “Difesa comune fondamentale, bene risorse fuori da patto stabilità”

Maurizio Lupi a Rtl 102.5: “Difesa comune fondamentale, bene risorse fuori da patto stabilità”

Maurizio Lupi a Rtl 102.5: “Difesa comune fondamentale, bene risorse fuori da patto stabilità” Photo Credit: Agenzia Fotogramma


Il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, interviene su RTL 102.5 all’interno di Non Stop News con Enrico Galletti, Giusi Legrenzi e Massimo Lo Nigro.

“ESPRESSO MACCHIATO”, LA CANZONE DI TOMMY CASH E LE POLEMICHE POLITICHE

«Mamma mia, è la prima volta che l’ho sentita però non esageriamo. A me hanno insegnato: “scherza coi fanti e lascia stare i santi”. Io dico solo che è la forza dell’Italia, non abbiamo materie prime, siamo usciti sconfitti da una guerra mondiale e siamo diventati la quinta o sesta potenza del mondo. Gli amici della Lega sanno che il loro amato Musk, diventato Dio in terra anche in Italia, ha come capo della Space X un ingegnere italiano della Val D’Ossola e berrà caffè macchiato. Viva l’Italia e grazie a Dio parlano di noi. Poi l’ironia è sempre un elemento positivo e credo che la nostra forza sia anche quella che a me piace chiamare cuore, testa, cervello, passione. Poi chi davanti a un bel piatto di spaghetti non si rilassa? Anche gli estoni e credo che anche gli amici della Lega si rilasseranno».


LA PROPOSTA DI URSULA VON DER LEYEN SUL RIARMO

«Io sono assolutamente contento e soddisfatto che finalmente si vada su questa linea. La realtà continua ad essere non solo testarda, ma ti tira dei pugni nello stomaco. Abbiamo capito, contro un nemico comune che si chiamava Covid, che forse era il caso di affrontarlo insieme e anche di fare un debito comune con l’Unione Europea, perché i confini non sono più confini e non ci si salva da soli. Adesso, dopo tre anni di quello che sta succedendo nel cuore dell’Europa, tra Russia e Ucraina e Trump che dice che non ci paga più niente, capiamo quel sogno di De Gasperi e ricordiamo che l’Europa nasce sul benessere dei popoli e nasce anche sull’idea di una difesa comune, che è non fare la guerra ma costruire la pace. Dopo oltre settant’anni, forse finalmente quel sogno che aveva amareggiato Alcide De Gasperi prima di morire per il suo insuccesso, si sta realizzando. A proposito di italiani, per noi la parola e il verbo sono fondamentali, quindi magari non aver usato la parola “riarmo” e aver usato “difesa comune” sarebbe stato un messaggio diverso, però è fondamentale farlo ed è finalmente fondamentale che abbiano accettato le nostre richieste. Le risorse non andranno a togliere allo sviluppo, al welfare e alla sanità, perché, come ha detto ieri Ursula Von Der Leyen, dovranno essere risorse che vanno fuori dal Patto di stabilità, in un debito comune, non dell’Italia ma di tutta Europa».


L’ORDINE DI RIMPATRIO EUROPEO

«Proprio come noi moderati, per la cultura che rappresentiamo, io ho sempre detto che l’accoglienza, se non è umana e se è generalizzata, non è accoglienza, diventa disumana e lo vediamo da alcune storie drammatiche. Finalmente, anche qui l’Europa ha fatto dei grandi passi avanti, ha capito che i confini di un Paese sono i confini di tutta l’Europa e che l’accoglienza deve essere fatta. Ne abbiamo bisogno come il pane, ma deve essere dignitosa, deve essere per lavorare, per accogliere chi scappa dalle guerre o profugo politico. Il modello Albania è stato tanto criticato e per il concetto dei Paesi terzi, se ogni tanto maggioranza e opposizione facessero meno battaglie su questi temi e più confronto… D’altra parte, con la Turchia che cosa abbiamo fatto? L’Europa ha dato cinque o sei miliardi di euro per fermare l’immigrazione della rotta dei Balcani. Con la Tunisia, cosa abbiamo fatto negli anni precedenti? Quindi, i Paesi terzi sono fondamentali, ma in una visione complessiva. Attenzione, qui si tratta non solo di bloccare l’immigrazione, ma anche di capire che cosa ci domanda questa immigrazione, quindi tutto il tema del piano Mattei, del continente nord-africano. Conosco associazioni imprenditoriali che vogliono formare immigranti che possono venire nel nostro Paese a lavorare dignitosamente e credo che anche su questa cosa si stia finalmente facendo un passo avanti ad una condizione: depositiamo le armi della “tifoseria”, perché queste cose non sono scontri tra tifosi».


LA MANIFESTAZIONE PER L’EUROPA DEL 15 MARZO A ROMA

«Tutte le manifestazioni sono elementi positivi, ad una condizione ovvero che non si dica, secondo una solita presunzione morale per cui solo chi va alla manifestazione è a favore dell’Europa. Io non parteciperò alla manifestazione, noi moderati siamo da sempre europeisti e aderiamo al Partito Popolare Europeo. Per noi oggi costruire l’Europa vuol dire rimboccarci le maniche e far sì che l’Europa cambi veramente. Governiamo in Italia, governiamo anche in Europa con il Partito Popolare Europeo, per cui bene qualsiasi manifestazione e attenzione, non è che se io non ci partecipo allora sono anti-europeista, scelgo un modo diverso per farlo. Ne ho visti già tanti di giudizi di questo genere, comunque ben vanga per chi andrà. Io non ci sarò e noi moderati non ci saremo, non per polemica ma semplicemente perché difendiamo e costruiamo l’Europa in maniera diversa».


I RAPPORTI CON GLI STATI UNITI

«Rincorrere l’altro è sempre un errore, assecondarlo altrettanto. L’America è un alleato fondamentale, non c’è da scegliere tra Europa e America, ma c’è da fare l’Europa più grande. Musk sarà un genio, però le ultime uscite certamente non credo facciano bene né alla sua azienda, né creino le condizioni per un’alleanza. Ovviamente hanno una certa delicatezza le scelte che si devono fare e io sono per la collaborazione con il privato, perché se il privato è avanti ben venga il privato, ma che uno ti dica ad un certo punto “Ti ho pagato io, ho preso i tuoi satelliti per la mia sicurezza però adesso te li spengo”. Insomma, questa roba qui mi sembra leggermente pericolosa. Continuare a dire “Viva Musk, viva Musk” mi sembra un errore. Dialoghiamo e creiamo le condizioni, perché invece la sicurezza che si gioca nello spazio, e purtroppo noi siamo in ritardo, si faccia senza paura del privato, ma con regole chiare. Io non vorrò trovarmi un giorno a essere nella situazione dei polacchi e degli ucraini in cui mi dicono “Siccome sono miei i satelliti, li spengo”. Un po’ di riflessione occorre».



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