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Con Alberto Bisi

Picchiava neonata perché "femmina", condannato afgano

Picchiava neonata perché "femmina", condannato afgano

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Violenze anche su moglie sposata a 15 anni

Prendeva "a schiaffi" la figlia di poco piu' di un anno perche' era di "sesso femminile e non maschile", come lui avrebbe voluto, e sottoponeva la moglie, che aveva sposato quando lei aveva 15 anni in Pakistan, a una lunga serie di violenze colpendola, tra l'altro, con calci e pugni, con una cinghia e stuprandola. Per maltrattamenti, lesioni e violenza sessuale l'uomo, un 30enne afgano, e' stato condannato dal gup di Milano Guido Salvini a 3 anni e 8 mesi di carcere in abbreviato. La donna e la figlia ora sono in una comunita'. L'uomo, arrestato a fine agosto scorso, era accusato di maltrattamenti perche', tra marzo e giugno scorso, avrebbe sottoposto la moglie e la figlia, nata nel febbraio 2017, "ad atti di violenza fisica e psicologica". In particolare, dallo scorso 5 marzo e "in piu' occasioni, adoperava violenza - si legge nell'imputazione - sulla figlia minore prendendola a schiaffi in quanto di sesso femminile e non maschile, come il padre avrebbe voluto". Piu' volte, poi, avrebbe minacciato la moglie dicendole "se chiami la polizia ti uccido", "ti butto giu' dal balcone" e "anche in presenza della figlia minore, la percuoteva con calci e pugni, con il cavo del carica batteria e con una cinghia di una borsetta, e piu' volte le imponeva di non alzare lo sguardo da terra".




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