Preoccupazione in Gran Bretagna per il Covid e per il mancato accordo sulla Brexit, è assalto ai supermercati

Preoccupazione in Gran Bretagna per il Covid e per il mancato accordo sulla Brexit, è assalto ai supermercati

Preoccupazione in Gran Bretagna per il Covid e per il mancato accordo sulla Brexit, è assalto ai supermercati


Il Paese è isolato su più fronti dopo lo stop temporaneo agli aerei passeggeri con gran parte del mondo a causa della variante inglese del coronavirus

Come da tradizione, in Gran Bretagna le code, pur lunghe che siano, sono sempre ordinate. E così sta avvenendo in questi giorni in cui i supermercati sono stati presi d'assalto.


Ansia e scaffali vuoti

I britannici stanno cercando di fare più scorte possibili e, in molti negozi, gli scaffali sono già vuoti. Il Paese è spaventato dal coronavirus, che ha rialzato la testa con la variante più contagiosa che ha messo in ansia il mondo, e preoccupato per la Brexit, l'uscita dall'Unione Europea, che aumenta l'incertezza. 


L'isolamento

La diffusione della nuova variante di coronavirus ha costretto diversi Paesi di tutto il mondo a sospendere il collegamenti con la Gran Bretagna. Fermi anche i collegamenti merci con la Francia, e il Paese si sente isolato. Una solitudine che, a meno di due settimane dall'atto definitivo della Brexit, che sancirà l'uscita formale dal mercato unico e dall'unione doganale, accresce l'inquietudine. La corsa agli acquisti è iniziata senza panico, forse anche grazie all'appello alla calma lanciato dal premier Boris Johnson.


In coda a rischio della salute

"L'unica cosa che vorrei in questo momento sarebbe non trovarmi qui, con tutta questa gente - lo sfogo di Jennifer -. Non posso sapere chi ha cosa, e sto cercando di fare del mio meglio per tutelare la mia salute e quella del mio bambino. Quello che farò è prendere qualcosa, per poi tornare subito a casa". A Londra i casi del virus sono aumentati del 50% nel giro di una settimana costringendo le autorità a un nuovo lockdown. "Questa mattina sono già stata in tre supermercati, - il racconto di Kate Black, studentessa di medicina - ho cominciato alle 7 da Sainsbury, quindi Aldi e poi Iceland. È assolutamente un delirio". "Sono spaventato - ammette Mohammed Mudai, un autista di bus - perché non c'è grande attenzione al distanziamento. In coda stanno tutti troppo vicini. Ma è difficile controllare le persone".


Non ci sono rischi che manchi il cibo

In Gran Bretagna, viene importato dall'estero il 25% del cibo. Percentuale che arriva all'80% per la verdura. Non sembrano però esserci allarmi che mettano le forniture a rischio. Tim Rycroft, direttore dell'associazione di categoria Food and Drink Federation, conferma che non ci sono possibilità che manchino cibo e medicinali, come già assicurato ieri da Johnson, che ha detto: "Siamo tutti allarmati per il blocco del porto di Dover dopo la chiusura dei giorni scorsi della frontiera con la Francia. Stiamo già registrando ripercussioni nell'approvvigionamento alimentare, ma in effetti i consumatori possono stare tranquilli perché al momento le scorte ci sono e in abbondanza: a Natale i depositi sono pieni di cibo".


Gli accordi con l'Ue nel dopo Brexit

Sorge però qualche rischio per il futuro a causa della possibilità di un mancato accordo commerciale con l'Unione Europea dopo la Brexit. Una prospettiva che esporrebbe la dogana a un vero e proprio caos fra dazi e controlli e renderebbe ancor più dipendente il Regno dalla rotta Calais-Dover, dove sono bastati un paio di giorni di stop a bloccare migliaia di camion.

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