Scontri a La Sapienza, fuori la guerra dagli atenei. Due arresti. Meloni, questo non è manifestare ma delinquere

Scontri a La Sapienza, fuori la guerra dagli atenei. Due arresti. Meloni, questo non è manifestare ma delinquere

Scontri a La Sapienza, fuori la guerra dagli atenei. Due arresti. Meloni, questo non è manifestare ma delinquere Photo Credit: Fotogramma.it


Sono due gli arresti per i disordini, dopo il tentativo di irruzione nel rettorato e l'aggressione a calci e pugni di un dirigente di polizia. I collettivi chiedono all'Ateneo di sospendere le collaborazioni con le università israeliane. La Sapienza rifiuta il boicottaggio

Tornano gli scontri e le tensioni all'università La Sapienza di Roma dove da giorni era attesa la riunione del Cda e del Senato accademico sulla questione degli accordi di ricerca con Israele. Due gli arrestati dopo il tentativo di irruzione prima al Senato accademico e poi al commissariato sotto al quale si erano radunati dei manifestanti: uno è stato fermato dopo avere danneggiato un'auto della polizia, una ragazza avrebbe aggredito un dirigente della polizia durante il tentativo di irruzione nel commissariato.

MELONI, PIENA CONDANNA

Dalla presidente del consiglio, Giorgia Meloni, è arrivata "piena condanna per le violenze avvenute oggi da parte dei collettivi a Roma. Devastazioni, aggressioni, scontri, assalti a un Rettorato e a un commissariato, con un dirigente preso a pugni. Questo non è manifestare, ma delinquere. La mia solidarietà al dirigente della Polizia aggredito, a tutte le Forze dell'ordine e ai docenti", ha scritto sui social.

LA PROTESTA

La giornata era iniziata con due studentesse, Martina e Letizia, incatenate al totem davanti all'ingresso del Rettorato per "richiedere lo stop degli accordi dell'università con Israele e le dimissioni della rettrice dalla fondazione Med Or" che fa capo a Leonardo. Ed è terminata con momenti di tensione, prima davanti al rettorato, poi fuori dalla città universitaria: oltre agli arresti gli studenti sostengono che tre di loro sono rimasti leggermente feriti. In mattinata circa 200 studenti, principalmente dei collettivi, assieme a docenti universitari, ricercatori e personale amministrativo, in attesa degli esiti della riunione del Senato accademico e del Cda, si sono radunati per una breve conferenza stampa davanti al rettorato. Poi hanno percorso le vie della città universitaria e i corridoi delle facoltà di Lettere e Scienze politiche, sventolando bandiere, intonando slogan e lanciando slogan soprattutto contro la rettrice Antonella Polimeni, accusata di non volere un vero confronto con gli studenti e di non essersi dimessa dalla fondazione Med'Or. "Boicottare Israele, fuori la guerra dall'università, vergogna, assassini", gli slogan dei manifestanti, diventati via via più duri a poco a poco che sono filtrate notizie dal Senato accademico in corso, che con il Cda, già nel primo pomeriggio, ha emesso un comunicato dai toni netti e fermi.

LA SAPIENZA TIRA DRITTO

La Sapienza, infatti, si legge nel documento, "rifiuta l'idea che il boicottaggio della collaborazione scientifica internazionale, la rinuncia alla libertà della didattica e della ricerca, e la negazione delle associate responsabilità di ogni singolo ricercatore, possano favorire la pace e il rispetto della dignità umana" anche se esprime innanzitutto "dolore e orrore per l'escalation militare e per la conseguente crisi umanitaria in corso in Palestina". Cda e Senato Accademico ribadiscono poi l'impegno alla realizzazione di corridoi umanitari e a ulteriori azioni di accoglienza, sostegno e solidarietà per le comunità accademiche coinvolte dal conflitto: dalla nascita di un dottorato nazionale di Studi per la Pace, all'adesione al partenariato con An-Najah National University, Unimed e Palestinian Student Scholarship Fund (Pssf) per il completamento dell'istruzione universitaria gratuita degli studenti residenti nella Striscia di Gaza. Davanti al rettorato, prima della partenza del corteo, due docenti, il professor Giorgio Mariani che insegna letteratura americana e la professoressa Laura Guazzone, docente di storia contemporanea dei Paesi Arabi, hanno letto l'appello firmato da 2500 tra studenti, ricercatori, amministrativi e 150 docenti dell'ateneo in cui si spiegano le ragioni della protesta e si chiede al Senato accademico di sospendere gli accordi con gli atenei israeliani. "Chiediamo la sospensione, non la cancellazione, di questi accordi - hanno spiegato - e rimandiamo al mittente qualunque idea di razzismo e antisemitismo. Chiediamo lo stop degli accordi scientifici tra Sapienza e l' industria degli armamenti, riterremo auspicabile che tutti i rettori dessero le dimissioni dalla Med'or, compresa la rettrice de La Sapienza, Polimeni. Infine chiediamo il cessate il fuoco immediato e permanente a Gaza". Dopo qualche momento di tensione con la polizia davanti al rettorato, avendo compreso che la protesta non aveva dato i risultati sperati, i giovani sono sfilati in corteo fuori dalla città universitaria, poi gli scontri con la polizia. Infine gli studenti hanno ripreso il corteo fino a piazzale del Verano imbrattando lungo il loro cammino un bus e la serranda di un supermercato. 

BERNINI, LA RICERCA NON SI BOICOTTA

Solidarietà alla rettrice Polimeni è arrivata dalla ministra dell'Università Anna Maria Bernini. "Quello che sta accadendo all'Università La Sapienza è vergognoso. La protesta legittima non può mai sfociare in violenza e prevaricazione. La decisione del Senato evidenzia che la comunità accademica non accetta imposizioni da una minoranza che vorrebbe isolare le università italiane dal contento internazionale. La ricerca non si boicotta", ha commentato il ministro. 


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