Italia orgogliosa, una settimana da raccontare

Italia orgogliosa, una settimana da raccontare

Italia orgogliosa, una settimana da raccontare


Incredibile serie di trionfi italiani, lo sport Azzurro domina!

Non si sa da dove cominciare, per raccontare una settimana pazzesca, fatta di trionfi storici, sfide impossibili e grandi campioni. Dai più maturi, alle grandi promesse per il futuro. Partendo da un grande presente.

Nulla è (forse sarà mai) come lo storico derby Azzurro, nella finale degli Us Open. Flavia Pennetta e Roberta Vinci hanno regalato all'Italia qualcosa di semplicemente impensabile. Segnatevi le date, rivivete i momenti decisivi delle semifinali e dello show conclusivo di sabato, sono ricordi da conservare con cura. Un giorno, potrete raccontarli e vi guarderanno a bocca aperta.


Lo sport è una straordinaria metafora della vita: in un game, in un attacco in salita, in un  volteggio impossibile, possono racchiudersi mille storie, tanti momenti da analizzare, capire e soprattutto raccontare.

Quanto Roberta Vinci ha steso la walkiria del tennis mondiale, Serena Williams, non ha solo vinto una partita: ha dimostrato che il mito di Davide e Golia non morirà mai. Che l'impossibile, nello sport, è un concetto relativo. Cosa sarà passato nella testa di Serena, abituata a disporre delle sue avversarie, vedendo quell'inafferrabile scricciolo Azzurro volare da una parte all'altra del campo, proponendole parabole beffarde e astute? Non lo sapremo mai, né ci importa più di tanto: il suo stupore era il nostro, solo che per noi sapeva di festa.

Flavia Pennetta ha toccato il cielo e si è accomodata fra i miti a 33 anni, un'età in cui nel tennis sei inevitabilmente più ricca di ricordi, che di prospettive. Lo ha fatto con classe, sicurezza e gioia di vivere la sua avventura. Ha restituito la dimensione umana a uno degli sport più spietati e selettivi che ci siano, dove la disciplina mentale impone ritmi massacranti e vagamente inumani.

Flavia ha vinto, ha sorriso, ha detto 'Ciao, Tennis' ed è corsa ad abbracciare il suo uomo, ricordandoci che la cosa più difficile e bella che ci sia è sapere quando voltare pagina nella vita. Vale per un'atleta, che non smetteremo mai di ringraziare abbastanza, ma in definitiva per tutti noi.

Sport metafora della vita, ricordate?

Come le mille salite che dovrà attaccare ancora Fabio Aru, nella sua carriera. Da ieri, però, lo splendido Cavaliere dei Quattro Mori non è un'idea di campione, è il Campione della Vuelta di Spagna e l'anno prossimo tenterà di fare la Storia al Tour de France. Abbiamo due grandi, Aru e Nibali, oltretutto compagni di squadra all'Astana. Due galletti difficili da gestire, ma una manna per il ciclismo italiano. Due uomini delle grandi isole del nostro Paese, terre che un tempo non sfornavano ciclisti.

Un'altra barriera abbattuta, un'altra metafora dell'Italia più bella: quella che sa sognare ad occhi aperti e vincere.


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