Colpo di calore, giovane salvata con trapianto di fegato. Insufficienza epatica fulminante a 26 anni al sole in campagna

Colpo di calore, giovane salvata con trapianto di fegato. Insufficienza epatica fulminante a 26 anni al sole in campagna

Colpo di calore, giovane salvata con trapianto di fegato. Insufficienza epatica fulminante a 26 anni al sole in campagna Photo Credit: Fotogramma.it


Un trapianto di fegato ha salvato una giovane dopo un colpo di calore. La temperatura interna del corpo aveva raggiunto i 41 gradi, rispetto ad altri organi il fegato ha meno meccanismi di resistenza. A causa di un colpo di calore cuore, polmoni reni, fegato e cervello possono subire danni temporanei o permanenti

Il sole era caldo, l'aria anche e il suo corpo è arrivato a una temperatura interna di 41 gradi. È accaduto a una giovane di 26 anni della zona di Alba (Cuneo), che un colpo di calore ha messo a rischio della vita. Per salvarla è stato necessario un trapianto di fegato in super-urgenza all'ospedale Molinette della Città della salute di Torino.

IL MALORE E I PRIMI SOCCORSI

A trovarla incosciente sotto un albero, in campagna durante una mattina di sole rovente, nei giorni scorsi, erano stati i familiari. Portata d'urgenza all'ospedale di Verduno (Cuneo) i medici erano riusciti a stabilizzare le funzioni vitali, ma era subentrata un'insufficienza epatica fulminante, che ha reso necessario il trapianto. I medici rianimatori dell'ospedale di Verduno, diretti da Enrico Ravera, avevano subito intubato la giovane, raffreddandola con ghiaccio e liquidi freddi endovena. Sono riusciti così a impedire la letale progressione verso l'insufficienza multi-organo. Dal giorno successivo però la situazione del fegato è andata peggiorando verso una severa insufficienza epatica in evoluzione fulminante. "Il fegato è molto sensibile alla temperatura corporea estremamente alta. Nel caso specifico la persona era svenuta vicino a un rogo di sterpaglie che aveva appiccato. Mentre gli altri organi hanno maggiori meccanismi di resistenza, il fegato purtroppo può andare incontro a fenomeni di necrosi epatica massiva, che poi richiedono il trapianto", hanno spiegato i medici.

IL TRASFERIMENTO AL MOLINETTE

Dopo un consulto con l'ospedale Molinette della Città della salute di Torino, Luca Cremascoli e Antonio Toscano dell'Anestesia e rianimazione 2, diretta da Roberto Balagna, e l'epatologa Silvia Martini, la paziente è stata trasferita in urgenza. Dodici ore dopo, vista la gravità e irreversibilità del danno epatico, il direttore del Centro trapianto di fegato e neo-direttore del dipartimento Trapianti della Città della salute di Torino, Renato Romagnoli, ha deciso di inserirla in lista d'attesa per trapianto di fegato con livello di priorità di super-urgenza nazionale. Una coincidenza a contribuito alla velocità delle procedure. L'équipe chirurgica del Centro torinese proprio in quel momento era impegnata in un prelievo d'organi in un altro ospedale piemontese, col coordinamento del Centro regionale trapianti (diretto da Federico Genzano Besso). Damiano Patrono, chirurgo collaboratore di Romagnoli, stava ultimando un delicato intervento di divisione del fegato di un donatore in due parti (il cosiddetto Split Liver), affinché la parte sinistra del fegato (più piccola) fosse trapiantata in un ricevente pediatrico in un altro Centro trapianti italiano e la parte destra (più grande) fosse trapiantata in un ricevente adulto a Torino. Proprio quest'ultima era perfettamente compatibile con le necessità della ragazza. A meno di due ore dall'entrata in lista d'attesa, la giovane è stata quindi portata in sale operatoria e il trapianto, durato circa otto ore, è stato eseguito da Romagnoli e dalla sua équipe.

LA PAZIENTE STA MIGLIORANDO

 A neanche quattro giorni di distanza le condizioni della paziente sono in rapido miglioramento e si sta progressivamente risvegliando nella terapia intensiva, diretta da Roberto Balagna. "Vogliamo ringraziare tanto il dottor Romagnoli" dicono papà e mamma della giovane. "Una vita salvata che conferma per l'ennesima volta l'altissimo livello dei professionisti e l'eccellente macchina organizzativa della Città della salute di Torino" commenta Giovanni La Valle, direttore generale della Città della salute di Torino. 


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