Corteggiare non è stalking, il Tar annulla l'ammonimento emesso dal questore nei confronti dello spasimante di una maestra

Corteggiare non è stalking, il Tar annulla l'ammonimento emesso dal questore nei confronti dello spasimante di una maestra

Corteggiare non è stalking, il Tar annulla l'ammonimento emesso dal questore nei confronti dello spasimante di una maestra Photo Credit: Google


L'uomo, un padre divorziato, cercava di conquistare una donna, che si era sentita perseguitata

Per mesi, un uomo cerca approcci sentimentali nei confronti di una maestra di danza delle sue due figlie.

Le invia cioccolatini e fiori. Frequenta la stessa palestra della donna che vuole conquistare. Lei non ricambia.

Stalking o normale corteggiamento?

La domanda all'interrogativo oggi ha una risposta ufficiale.

Il Tar della Valle D'Aosta, infatti, ha annullato il provvedimento di ammonimento che era stato emesso dal questore nei confronti di un uomo, un padre divorziato.

La vicenda inizia ad ottobre 2022.

L'ammonimento

Dopo averla riempita di regali, dalle scatole di praline ai fiori, dai profumi all'oggettistica, sempre accompagnati da messaggi galanti, lui scrive a lei su WhatsApp e Messenger.

Ma viene bloccato. Quindi l'uomo "avrebbe ostinatamente tentato di convincere conoscenti comuni a intercedere" affinché la maestra "accettasse di incontrarlo".

A quel punto la donna fa richiesta alla polizia di una misura di tutela.

Il questore di Aosta riconosce che l'atteggiamento dell'uomo è in grado di creare nella vittima uno "stato di ansia o di timore per la propria incolumità tale da costringerla a cambiare le proprie abitudini di vita". E per l'uomo scatta l'ammonimento.

Il questore ordina allo spasimante di cessare le molestie che potrebbero configurarsi come atti persecutori. Inoltre, viene formalizzato anche l'invito a rivolgersi alla psichiatria per intraprendere un "percorso di recupero e stabilizzazione delle devianze legate a comportamenti persecutori".

Il Tar smonta le accuse

Non è dello stesso parere il Tar, secondo il quale "i comportamenti tenuti dal ricorrente, pur avendo potuto creare imbarazzo o fastidio", vanno "ritenuti innocui e inoffensivi, essendosi trattato di contatti diluiti nel tempo, estrinsecatisi con sporadici piccoli regali e contatti ‘a distanza', attraverso messaggi dal contenuto sempre misurato e mai minaccioso o volgare, mentre risulta che" l'uomo "non ha mai atteso la controinteressata sotto casa". 

A scriverlo è il collegio giudicante, formato da Giuseppina Adamo (presidente), Jessica Bonetto (consigliere, estensore) e Paola Malanetto (consigliere).

In difesa dell'uomo anche l'ex moglie, convinta che si tratti di un uomo "estremamente buono ed estremamente rispettoso verso le donne". 


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