La piccola Indy Gregory è morta, ma non si spengono le polemiche; un dramma privato trasformato in polemica politica

La piccola Indy Gregory è morta, ma non si spengono le polemiche; un dramma privato trasformato in polemica politica

La piccola Indy Gregory è morta, ma non si spengono le polemiche; un dramma privato trasformato in polemica politica Photo Credit: Facebook


Il decesso all'1.45 della notte scorsa. Il caso era diventato anche politico, con l'intervento del governo italiano. Movimenti pro life all'attacco delle autorità inglesi, che hanno deciso di staccare le macchine

FINE DELL'AGONIA, NON DELLE POLEMICHE

All’1.45 della notte scorsa il calvario della piccola Indy è finito. La bambina inglese di otto mesi, affetta da una malattia rara e incurabile, è deceduta nell’hospice dove era stata portata. Le macchine che la tenevano in vita sono state staccate. Nei giorni scorsi era stato il tribunale inglese a decidere che – non essendoci speranze- sarebbe stato inutile proseguire nell’accanimento terapeutico. Comprensibile la disperazione dei genitori, che hanno cercato in tutti i modi di tenere accesa la speranza. Il papà di Indy ha dichiarato: “La vita di Indi Gregory è finita all'01.45 io e Claire siamo arrabbiati, affranti e pieni di vergogna. Il servizio sanitario nazionale e i tribunali non solo le hanno tolto la possibilità di vivere, ma le hanno tolto anche la dignità di morire nella casa di famiglia a cui apparteneva. Claire l'ha tenuta con sé per i suoi ultimi respirI”.

"FATTO IL POSSIBILE"

Inevitabilmente il caso è diventato anche politico. Il governo italiano, strizzando l’occhio ai movimenti pro life, ha cercato di inserirsi concedendo rapidamente la cittadinanza alla piccola inglese per darle la possibilità di essere ricoverata all’Ospedale Bambin Gesù di Roma; ma le autorità britanniche hanno detto no. Appresa la notizia del decesso, la premier Giorgia Meloni ha scritto: “Abbiamo fatto tutto quello che potevamo, tutto il possibile. Purtroppo non è bastato. Buon viaggio piccola Indi”. Sulla stessa linea il vicepremier Matteo Salvini, che questa mattina tra l'altro ha chiesto una preghiera per la bambina.

"ATTO POLITICO, NON UMANITARIO"

Riccardo Magi, segretario di + Europa ha replicato: “Non c’era nulla da fare. Concedere la cittadinanza alla piccola Indi Gregory non è stato un atto umanitario ma un atto politico del governo che non avrebbe garantito nulla in più rispetto alle cure che la bambina ha già ricevuto in Inghilterra, in uno dei migliori ospedali pediatrici al mondo. Non c'era nessun consulto medico che fosse diverso da quello espresso dai medici inglesi, anche il Bambino Gesù di Roma avrebbe assicurato cure palliative per questa bambina".



MOVIMENTI PRO LIFE ALL'ATTACCO

Sulle barricate i movimenti Pro Life. All’attacco con un post su X Pro Vita & Famiglia: “Indi Gregory è morta. La bimba inglese è stata uccisa, 'nel suo miglior interesse', da un sistema sanitario e legale impregnato di barbara cultura eutanasica, che ha rifiutato anche solo di tentare la differente proposta clinica dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma soffocando l'amore dei suoi genitori nelle aule di tribunale"


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