Nel paese delle tasse non poteva mancare l’imposta sul celibato, fu istituita il 13 febbraio 1927, esattamente 96 anni fa

Nel paese delle tasse non poteva mancare l’imposta sul celibato, fu istituita il 13 febbraio 1927, esattamente 96 anni fa

Nel paese delle tasse non poteva mancare l’imposta sul celibato, fu istituita il 13 febbraio 1927, esattamente 96 anni fa Photo Credit: foto agenzia fotogramma.it


Tra le tante tasse che gli italiani hanno pagato c’è anche quella sul celibato, entrò in vigore il 13 febbraio del 1927 durante il regime fascista

Il 13 febbraio 1927 con un regio Decreto veniva istituita la l'imposta sul celibato. Un tributo che restò in vigore durante il ventennio fascista, che venne istituito con il R.D. 19 dicembre 1926, n. 2132 e applicato, in questa giornata esattamente 96 anni fa. Ma perché venne creata questa tassa che colpiva solo le persone non sposate di sesso maschile con l’intento di favorire i matrimoni e incrementare il numero di nascite, il che significava incrementare la popolazione per perseguire gli obiettivi di grandezza nazionale, ma soprattutto l’intenzione del regime era quello di fornire maggiori risorse umane all’esercito. Questa misura venne applicata a milioni di italiani che ancora erano celibi.


L’imposta

L’introduzione di questa tassa doveva dunque favorire le unioni e chi non accettava pagava un contributo che variava a seconda delle fasce d’età. Si partiva dalle 70 Lire per i celibi tra i 25 e i 35 anni, per aumentare a 100 fino a 50 anni. Era esentato dal pagamento dell'imposta sul celibato solo chi aveva compiuto 66 anni e ancora non era sposato. Ma come spesso accade quando si introduce una tassa, l’importo venne successivamente modificato. L’imposta sul celibato venne aumentata prima nel 1934 e poi nel 1937. L’incasso era devoluto all'Opera Nazionale Maternità e Infanzia. Se i celibi erano costretti a pagare questa tassa se non volevano prendere moglie, c’erano delle esenzioni, come ovviamente i sacerdoti cattolici e i religiosi che avevano fatto voto di castità. Non pagavano l’imposta i grandi invalidi di guerra e gli ufficiali dell’esercito, ma anche tutte quelle persone che “per legge" non potevano contrarre matrimonio e gli stranieri residenti permanentemente in Italia.


L’imposta non portò i suoi frutti

Malgrado l’idea del regime fosse quello che con l'introduzione della tassa del celibato, di aumentare la popolazione e, di conseguenza, anche il numero di militari, il tasso di natalità in Italia scese dal 27,5 per mille del 1926 al 22,9 per mille del 1937, questo anche per effetto dell’allungamento progressivo della vita media della popolazione italiana. Così la tassa sui “single” venne abolita nel 1943 dal Governo Badoglio il 27 luglio 1943, anche se per l’abrogazione definitiva si dovrà attendere il D.Lgs. 13 dicembre 2010, n. 212 del Governo Berlusconi IV.



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