Nella Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate la politica ricorda chi ha sacrificato la vita per la patria

Nella Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate la politica ricorda chi ha sacrificato la vita per la patria

Nella Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate la politica ricorda chi ha sacrificato la vita per la patria


Un corteo composto dai vertici della politica e dalle forze militari ha sfilato a Roma fino a Piazza Venezia per porgere l’omaggio alla salma del Milite Ignoto. “Ricordiamo le vittime di tutte le guerre”, ha affermato il presidente Mattarella nella Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate

4 novembre 2021. Sul cielo di Roma campeggia una schiera di nuvole grigie. All’Altare della Patria sono presenti le più alte cariche politiche: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il premier Mario Draghi, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, la presidente del Senato Elisabetta Casellati. Con loro ci sono anche autorità militari. L’occasione è solenne: oggi si celebra la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Una festa nazionale istituita nel 1919, un anno dopo la firma dell’Armistizio di Villa Giusti, per celebrare la vittoria italiana nella Prima Guerra Mondiale.

“IL PENSIERO VA A QUANTI HANNO SOFFERTO” 

Si ricordano quest'anno quattro importanti anniversari: 160 anni dell'Unità d'Italia, 150 anni di Roma Capitale, 100 anni del trasferimento al Vittoriano della salma del Soldato Ignoto, 75 anni di Repubblica. Momenti fondamentali della nostra storia che troveranno espressione solenne il 4 novembre, Giornata dell'Unità e delle Forze Armate, all'Altare della Patria”. Sono le parole del presidente Mattarella, che come da consuetudine ha deposto una corona sulla Tomba del Milite Ignoto al Vittoriano. “In questo giorno il pensiero va a quanti hanno sofferto, sino all'estremo sacrificio, per lasciare alle giovani generazioni un'Italia unita, indipendente, libera, democratica. L'intero popolo italiano guarda con sentimenti di commozione a tutte le vittime delle guerre. La loro memoria rappresenta il più profondo e sincero stimolo ad adempiere ai doveri di cittadini italiani ed europei”. L’inno di Mameli e lo sfrecciare delle Frecce Tricolori nel cielo della Capitale hanno suggellato la cerimonia.

IL RICORDO DEL MILITE IGNOTO

Cento anni fa il Governo italiano scelse di seppellire il Milite Ignoto all’Altare della Patria: una decisione presa per onorare le decine di migliaia di giovani soldati morti durante la Prima Guerra Mondiale”, ha ricordato il premier Draghi. Era il 4 novembre del 1921, esattamente cento anni fa, quando ebbe luogo la tumulazione della salma di un soldato dall’identità sconosciuta. La decisione era stata presa dopo una lunga discussione, al culmine delle quale si predisposero undici bare contenenti altrettanti caduti, irriconoscibili nell’aspetto e dunque non identificabili, nella Grande Guerra. A Maria Bergamas, madre di un irredentista triestino morto nel conflitto, spettò il compito di scegliere il feretro che avrebbe viaggiato in una parata commemorativa lungo la linea ferroviaria Aquileia-Venezia-Bologna-Firenze-Roma (e che oggi, per l’occasione, verrà ripercorsa da un treno rievocativo). “Un soldato che aveva perso la sua identità diventò così simbolo dell’intero Paese. Oggi, ci stringiamo attorno alle Forze Armate nel ricordo di tutti i caduti. Onoriamo lo spirito di servizio con cui i militari garantiscono la nostra sicurezza e le nostre libertà. Lo hanno fatto in Afghanistan e in molte altre parti del mondo, con professionalità, dedizione e capacità di dialogo. E in Italia, nella campagna vaccinale contro il Covid-19”, ha concluso Draghi.


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