Papa Francesco, un'altra Settimana Santa in pandemia, ma oggi siamo provati

Papa Francesco, un'altra Settimana Santa in pandemia, ma oggi siamo provati

Papa Francesco, un'altra Settimana Santa in pandemia, ma oggi siamo provati


L'Angelus della Domenica delle Palme in Vaticano. Il Santo Padre parla di crisi economica pesante e invita alla compassione

Papa Francesco recita l’Angelus dopo la celebrazione della Domenica delle Palme, che di nuovo si svolge in tempo di pandemia. È “la seconda volta che viviamo la Settimana Santa nel contesto della pandemia. L’anno scorso eravamo più scioccati, quest’anno siamo più provati. E la crisi economica è diventata pesante” ha detto il Pontefice. All'Angelus Francesco ha parlato della sofferenza di Dio, poi ha spiegato che "Gesù prende la croce, cioè si fa carico del male che tale realtà comporta, male fisico, psicologico e soprattutto male spirituale”. Il Pontefice ha lanciato un appello in favore “di tanti fratelli e sorelle in difficoltà: non passiamo oltre, lasciamo che il cuore si muova a compassione e avviciniamoci", ed ha ricordato nella sua preghiera anche le vittime della violenza, in particolare quelle dell'attentato avvenuto in Indonesia davanti alla Cattedrale di Makassar.


La messa delle Palme

La Messa delle Palme è stata l’occasione per il Papa anche per ricordare quale sia la novità del cristianesimo, arrivare “alla gloria per la via dell’umiliazione”. Di fronte a Dio, ha spiegato Francesco, l'atteggiamento deve essere quello dello “stupore”, non dell'ammirazione. "Se la fede perde lo stupore diventa sorda - ha aggiunto il Papa - e non vede altra via che quella di rifugiarsi nei legalismi e nei clericalismi, tutte cose che Gesù condanna”. “L'ammirazione può essere mondana, perché ricerca i propri gusti e le proprie attese; lo stupore, invece, rimane aperto all'altro, alla sua novità”. Con la messa della Domenica delle Palme Papa Francesco ha aperto così la sua seconda Settimana Santa celebrata in un contesto particolare a causa della pandemia. Nella Messa, non a caso, erano presenti soltanto centoventi fedeli, e sull'altare una trentina di religiosi, tra cardinali concelebranti e cerimonieri. Per il secondo anno di fila, non si è tenuta la tradizionale processione, i ramoscelli d'ulivo sono stati benedetti con i fedeli al loro posto tra le panche.


Tempi e ritmi dei riti dalla Domenica delle Palme al Lunedì dell'Angelo scanditi dal Covid

Confermata l'assenza delle folle che abitualmente popolavano le celebrazioni della Settimana Santa, la sala stampa vaticana ha comunicato che ogni appuntamento si svolgerà con presenza "limitata" di fedeli e "nel rispetto delle misure sanitarie previste". E questo varrà in tutta Italia. Lo scorso anno, invece, non fu possibile ai fedeli assistere personalmente ai riti perché era in vigore il lockdown che bloccò il Paese per due mesi.


Il calendario, le celebrazioni annullate e quelle confermate

La Messa crismale di giovedì Santo nella Basilica sarà alle 10, presieduta dal Papa, seguita, alle 18, dalla messa in Coena Domini, celebrata non dal Pontefice ma dal cardinale decano del Collegio, Giovanni Battista Re. Non ci sarà la lavanda dei piedi e non ci sarà il bacio della croce il Venerdì Santo. Alle 18 del Venerdì si celebrerà la Passione di Cristo, nella Basilica, e, alle 21, la Via Crucis in mondovisione, entrambe presiedute da Francesco. La processione con la croce, come lo scorso anno, non si farà intorno al Colosseo, ma sarà allestita sul Sagrato della Basilica vaticana. Sabato, 3 aprile, Papa Francesco tornerà all'Altare della Cattedra per la veglia della Notte Santa. Sarà alle 19.30, due ore in anticipo rispetto agli anni precedenti in modo da consentire ai pochi fedeli presenti di rispettare le norme del coprifuoco. Alle 10 della Domenica, sempre nella Basilica Vaticana, il Papa presiederà la messa di Pasqua conclusa dalla Benedizione 'Urbi et Orbi'. Il giorno successivo, Lunedì dell'Angelo, la prima recita del Regina Coeli in streaming dalla Biblioteca del Palazzo apostolico. Sì all'uso dei social media Quest'anno, che resta di convivenza con il Covid, la Cei - Conferenza Episcopale Italiana-parla esplicitamente della possibilità di ricorrere all'uso dei social media, "solo dove strettamente necessario o realmente utile". Dunque sì alla possibilità di trasmettere online la celebrazione, ma, raccomanda con forza, "l'eventuale ripresa in streaming delle celebrazioni sia in diretta e mai in differita e venga particolarmente curata nel rispetto della dignità del rito liturgico".



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