Stati Uniti, inizia la guerra dei dazi, ma Cina, Canada e Messico si oppongono, mentre l'Unione Europea resta a guardare

Stati Uniti, inizia la guerra dei dazi, ma Cina, Canada e Messico si oppongono, mentre l'Unione Europea resta a guardare Photo Credit: https://agenziafotogramma.it/
02 febbraio 2025, ore 11:33 , agg. alle 18:38
Dopo l'ordine esecutivo firmato da Donald Trump, non si sono fatte attendere le risposte dei primi ministri dei Paesi coinvolti. Intanto, l'amministrazione statunitense ha motivato l'introduzione dei dazi come una manovra per fermare il flusso di immigrati clandestini e droga negli USA
LA GUERRA DEI DAZI
Il Canada e il Messico hanno risposto in maniera decisa alle recenti misure adottate dal presidente Donald Trump, che ha introdotto nuovi dazi sulle importazioni provenienti dai Paesi confinanti e dalla Cina. Il primo ministro canadese, Justin Trudeau, e la presidente messicana, Claudia Sheinbaum, hanno annunciato azioni di ritorsione, mentre il ministero del Commercio cinese ha comunicato l’intenzione di presentare un reclamo ufficiale all’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) e di adottare contromisure, senza specificare ulteriori dettagli.
IL CANADA INTRODUCE I DAZI SULL'ENERGIA DAGLI USA
Trudeau ha dichiarato che il Canada applicherà dazi del 25% su una gamma di prodotti statunitensi per un valore di 155 miliardi di dollari canadesi (circa 102,8 miliardi di euro). Inoltre, le importazioni di energia dagli Stati Uniti, inclusi petrolio, gas naturale ed energia elettrica, saranno soggette a una tassa del 10%. Il primo ministro ha sottolineato che le misure imposte da Trump avranno un impatto diretto sui cittadini americani, causando un aumento dei prezzi su generi alimentari e beni di uso quotidiano. "Queste decisioni da parte della Casa Bianca creano divisioni invece di rafforzare i legami tra i nostri Paesi", ha affermato Trudeau, invitando i consumatori canadesi a privilegiare i prodotti nazionali rispetto a quelli statunitensi.
IL MESSICO ATTACCA TRUMP SULLE ACCUSE DI LEGAMI CON ORGANIZZAZIONI CRIMINALI
Il Messico ha risposto rapidamente. La presidente Sheinbaum, attraverso un post su X, ha comunicato di aver incaricato il ministro dell’Economia di applicare nuovi dazi per proteggere gli interessi economici del Paese. Sheinbaum ha respinto con fermezza le accuse della Casa Bianca riguardo presunti legami tra il governo messicano e organizzazioni criminali, definendole infondate. Ha inoltre criticato gli Stati Uniti per la loro gestione della crisi legata al fentanyl, affermando che, se davvero volessero affrontare il problema, dovrebbero concentrarsi sul controllo del traffico di droga nelle loro città e sul contrasto al riciclaggio di denaro derivante da attività illegali. Secondo l’amministrazione Trump, le nuove tariffe hanno l’obiettivo di ridurre il traffico di droga e l’immigrazione irregolare. Tuttavia, fonti della CNN avvertono che queste misure potrebbero tradursi in significativi aumenti dei prezzi per i consumatori americani, colpendo beni di largo consumo come avocado, calzature sportive e automobili.
LA RISPOSTA CINESE
Non si è fatta attendere anche la reazione della Cina con dure critiche ai dazi del 10% imposti da Trump sui prodotti cinesi. Il ministero degli Esteri cinese, tramite la portavoce Mao Ning, ha ribadito che una guerra commerciale non favorisce nessuna delle parti coinvolte e che la Cina rimarrà ferma nella difesa dei propri interessi economici. "Non ci sono vincitori in una guerra commerciale", ha dichiarato Mao Ning all’agenzia Xinhua. He Yadong, portavoce del ministero del Commercio cinese, ha sottolineato che la posizione di Pechino su questa questione rimane invariata: "I dazi doganali non giovano né alla Cina né agli Stati Uniti, né tantomeno al resto dell’economia globale".