Gino Cecchettin, l'appello a cantanti e artisti: "Evitate testi sessisti"

Gino Cecchettin, l'appello a cantanti e artisti: "Evitate testi sessisti"

Gino Cecchettin, l'appello a cantanti e artisti: "Evitate testi sessisti" Photo Credit: agenziafotogramma.it


L'appello del papà di Giulia, uccisa a 22 anni dall'ex fidanzato Filippo Turetta

"Ho detto agli artisti di preferire le parole d'affetto a quelle d'odio, la comprensione al biasimo, l'empatia alla violenza".

A parlare, in un'intervista a La Stampa, è Gino Cecchettin, il papà di Giulia, la ragazza di 22 anni uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta l'11 novembre 2023 a Fossò, in provincia di Venezia.

Cecchettin ha fatto un appello ai cantanti in occasione del festival musicale Aperishow 2025 di Arsego, in provincia di Padova, dicendo loro di scegliere le parole con cura, mettendo da parte quelle che incitano alla sopraffazione.

Le parole di violenza nelle canzoni

"Ne ho parlato con Elena e Davide (i figli, ndr), ma ne ho parlato anche con altri ragazzi. Mi rivedo in loro, pensando a quando da giovane ascoltavo i Black Sabbath, le cui canzoni avevano testi abbastanza discutibili. Ma allora avevo la giustificazione - che poi, giustificazione non era - della barriera linguistica, che non mi permetteva di capire quello che dicevano. Ma ora è diverso: sembra quasi che ad attrarre siano proprio le parole di violenza".

La riflessione di Cecchettin non si limita soltanto la musica, ma coinvolge "tutto il mondo della cultura e dell'arte"

"Sicuramente il cinema, le serie tv, ma anche la carta stampata sono stati veicolo di messaggi sessisti. Ma è avvenuto in tutte le epoche: evidentemente la violenza vende bene".

I consigli di Gino Cecchettin

Tra i consigli forniti dal papà di Giulia agli artisti ci sono i seguenti: "evitare gli stereotipi, la romanticizzazione della violenza o linguaggi tossici nei testi delle canzoni".

Ma non solo:

"E poi abbiamo inviato delle indicazioni anche alle case discografiche, per promuovere le pari opportunità, la sicurezza e l'inclusione nel mondo della musica".

L'adesione delle etichette indipendenti

La filiera della musica indipendente ed emergente ha immediatamente aderito all'appello di Cecchettin.

In una nota firmata dal Coordinamento Stage & Indies,, che vede tra i suoi protagonisti, AudioCoop, l'associazione di piccoli produttori discografici indipendenti con circa 300 associati, l'Aia, l'associazione degli artisti italiani indipendenti e la Rete dei Festival, infatti, si legge:

"Mantenendo la totale libertà di espressione che non deve mai venire meno, chi scrive, canta e produce musica ha una responsabilità e può scegliere di metterla al servizio di una cultura che promuova il rispetto, l'uguaglianza e la libertà e per evitare che alimenti il contrario: mancanza di rispetto, stereotipi, atteggiamenti malati, violenti o tossici.

La nostra realtà ha fatto una battaglia all'interno del mondo della musica su questo tema partecipando ad alcuni eventi e convegni con interventi in linea con le proposte di Gino Cecchettin per proporre un linguaggio più consapevole nei testi e nelle produzioni musicali che non siano misogini, sessisti, omofobi, razzisti, violenti rafforzando stereotipi e normalizzando comportamenti tossici, alimentando una cultura della sopraffazione".



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