Insulti razzisti dalla tribuna, calciatore Eccellenza interrompe il gioco e si siede in campo per protesta

Insulti razzisti dalla tribuna, calciatore Eccellenza interrompe il gioco e si siede in campo per protesta

Insulti razzisti dalla tribuna, calciatore Eccellenza interrompe il gioco e si siede in campo per protesta Photo Credit: https://www.messinatoday.it/


Ecco quanto accaduto ieri durante la partita tra Jonica e il Città d'Avola. Jairo Alegria: "Non capisco l'odio"

Si è seduto sul campo di gioco, come segno di protesta rispetto agli insulti ricevuti dalla tribuna. I suoi compagni di squadra hanno solidarizzato con lui, rientrando negli spogliatoi anzitempo sul risultato di 3-0 in favore della squadra avversaria. "Mi insultavano e continuavano a fare buuu. Cose come questa non dovrebbero mai succedere nel calcio, sono profondamente dispiaciuto, ma non me la sono sentita di continuare, non capisco la ragione di questo odio e di queste provocazioni. Non mi era mai successo di ricevere un simile trattamento". Queste le parole di Jairo Alegria, attaccante colombiano in forza allo Jonica, nel campionato di Eccellenza, che ieri ha abbandonato il campo di gioco, nel finale di Jonica-Città di Avola, per i ripetuti insulti razzisti provenienti dal settore ospiti.

Chi è Jairo Alegria

Jairo Luis Alegría Flores - questo il suo nome all'anagrafe - classe 1998, è alla seconda esperienza nello Jonica, una delle squadre più multiculturali del calcio siciliano, di cui aveva fatto parte già qualche anno fa. Infatti, nell'organico della formazione di Santa Teresa Riva (Messina) ci sono calciatori provenienti da Argentina, Armenia, Macedonia, Romania, Danimarca, Brasile. In precedenza l'attaccante aveva giocato, sempre a livello dilettantistico, nel Bodale, in Calabria, dov'era approdato dopo un passaggio nel campionato della Repubblica dominicana, con la maglia dell'Atletico Vega Real. Un'avventura, la sua nel calcio, mai macchiata da insulti razzisti fino a ieri.

Le posizioni delle due società

Jonica, società di Santa Tresa di Riva, ha diffuso via social una comunicazione poco dopo lo spiacevole episodio: "A scanso di equivoci, non vogliamo che scene del genere si ripetano più, siamo tutti Jairo Alegria. Il calcio non c'entra nulla, il risultato del campo per noi non è mai un problema. Non abbiamo altro da aggiungere. A margine di quanto letto in giro tra media e web ci corre l’obbligo precisare che il Città di Avola stava vincendo largamente con merito e che non abbiamo nessuna intenzione di speculare sull’esito sportivo. Non abbiamo mai accusato di razzismo né i dirigenti, né i tesserati della compagine aretusea (ai quali auguriamo le migliori fortune), né tanto meno i cittadini avolesi verso i quali abbiamo il massimo rispetto e la cui ospitalità non può essere intaccata dal gesto infausto di qualche singolo soggetto". Da parte sua, via social, il Città di Avola ha precisato quanto segue: "La partita, giocata intensamente e condotta 0-3 dai nostri ragazzi, all’ 85’ non è stata SOSPESA, bensì ABBANDONATA dalla Squadra locale, che riceveva ordini dai vertici societari dopo aver sentito ipotetici insulti razzisti. Semmai fosse successo, ci discostiamo nettamente da tale isolato gesto". Quindi la presa di posizione: "Usare un tema delicato e complesso come il razzismo per mascherare responsabilità e sconfitta, è un atteggiamento anti sportivo e altrettanto intollerabile. Diffidiamo chiunque proverà a ledere l’ immagine della nostra società e della nostra città, solo allo scopo di alzare un polverone che nasconda la vera differenza vista in campo".

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