Italia paese dello spreco alimentare: ogni anno cibo per 14 miliardi di euro viene buttato nella spazzatura

Italia paese dello spreco alimentare: ogni anno cibo per 14 miliardi di euro viene buttato nella spazzatura

Italia paese dello spreco alimentare: ogni anno cibo per 14 miliardi di euro viene buttato nella spazzatura Photo Credit: foto agenzia fotogramma.it


Mercoledì 5 febbraio è la Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare

Cresce sempre di più lo spreco alimentare in Italia. E i numeri cominciano a diventare preoccupanti. Ogni anno vengono buttati nella spazzatura circa 4,5 milioni di tonnellate di cibo, ovvero un valore che sfiora i 14,1 miliardi di euro. Il costo incide su ogni singolo cittadino, che butta ogni anno una media di quasi 140 euro di cibo sprecato. Si tratta di un dato in aumento rispetto ai 126 euro dello 2024 secondo i dati dell’Osservatorio Waste Watcher International, realizzati con Ipsos e dell’Università di Bologna e contenuti nel Rapporto “Il caso Italia” 2025. Lo spreco alimentare non è solo un problema economico, ma anche sociale ed ecologico.


Cosa finisce nella spazzatura

Secondo i dati resi noti, ogni italiano butta circa 88 grammi di cibo ogni giorno, ovvero 617 grammi a settimana. Quali sono gli alimenti che finiscono maggiormente nella spazzatura: al primo posto la frutta fresca con 24,3 grammi settimanali e il pane (21,2 grammi). A seguire le verdure (20,5 grammi al giorno), l’insalata con 19,4 grammi sprecati e tuberi come cipolle e aglio (17,4 grammi). Numeri che sono in crescita rispetto al 2024, quando lo spreco si assestava in media sui 566 grammi a settimana a testa.


Quali le cause

L’analisi ha messo in evidenza che gli italiani hanno un calo dell'attenzione verso le buone pratiche alimentari e una crescente indifferenza nei confronti di una gestione più consapevole del cibo. Infatti, tantissimi consumatori non pianificano adeguatamente gli acquisti. Ma non solo. Non leggono le etichette con attenzione e soprattutto non prestano attenzione alle scadenze. Questi particolari contribuiscono ad un eccessivo accumulo di cibo che inevitabilmente finisce nella spazzatura. Questo spreco impatta anche sull'ambiente. La sua produzione comporta l’utilizzo di risorse naturali, energia e manodopera per preparare il cibo.


Ridurre gli sprechi

Domani, mercoledì 5 febbraio, si celebra la Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare. È la data scelta dall’Onu per l’inizio della riduzione dello spreco alimentare. Le Nazioni Unite si pongono l’obiettivo di ridurre lo spreco alimentare del 50% entro il 2030. Ma per raggiungerlo servirà che ognuno si impegni a evitare di gettare cibo nella spazzatura per circa 50 grammi settimanali, ogni anno, fino al 2029. Si tratta semplicemente di gestire con maggiore consapevolezza gli alimenti che acquistiamo e consumiamo, riducendo anche le quantità.


Il paradosso

Intanto aumenta l’indice Fies (Food Insecurity Experience Scale) di insicurezza alimentare. Nel 2025 segna un +13,95% rispetto all’anno precedente. Il dato evidenzia un paradosso tipico del nostro tempo: Da una parte la popolazione spreca enormi quantità di cibo, dall’altra fatica ad accedere a alimenti sani e sostenibili. Il problema richiede interventi urgenti a livello individuale e attraverso politiche pubbliche mirate.


Il futuro

Sarebbe ancora possibile invertire la tendenza, ma occorre l’impegno globale. Soprattutto alle famiglie, che sono responsabili di circa 8,2 miliardi di euro del totale degli sprechi alimentari in Italia. Serve una maggiore educazione al cibo, un miglioramento nella gestione degli acquisti e fare più attenzione alle date di scadenza. Basta questo impegno per ridurre uno spreco che sta assumendo proporzioni enormi e che impatta sulle economia e di tutti noi.



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