Omicidio Scialdone: resta in carcere Costantino Bonaiuti, 61enne ex compagno dell'avvocatessa uccisa a Roma

Omicidio  Scialdone: resta in carcere Costantino Bonaiuti, 61enne ex compagno dell'avvocatessa uccisa a Roma

Omicidio Scialdone: resta in carcere Costantino Bonaiuti, 61enne ex compagno dell'avvocatessa uccisa a Roma Photo Credit: agenziafotogramma.it


Nell'udienza di convalida del fermo, l'uomo non ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari; il legale di Boniaiuti all'attacco, se tutti avessero fatto il loro dovere, Martina Scialdone sarebbe viva

Nei confronti di Costantino Bonaiuti, la Procura di Roma contesta l'omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili e abbietti motivi.  L'uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell'interrogatorio di convalida del fermo. Il gip ha disposto che il 61 enne debba restare in carcere.

Bonaiuti in cura per depressione

Emergono molti particolari sulla sua psicologia dell'arrestato: il suo avvocato difensore Fabio Taglialatela ha parlato di difficoltà psicologiche e psichiatriche. Bonaiuti infatti era in cura per una forma depressiva.   "Le difficoltà psicologiche e psichiatriche del mio assistito sono certificate. Era seguito da un centro per una forma depressiva ma non e' questa patologia che ha dato luogo all'evento perché era assolutamente controllata. Lui ha avuto sempre un rapporto cordiale con questa persona, tanto è vero che non ci sono mai state denunce o querele", ha dichiarato il legale.

La difesa di Bonaiuti, lui non voleva ucciderla ma minacciava suicidio

''Quella sera il mio assistito non voleva uccidere" ha detto Taglialatela, "Ha avuto un istinto suicida, la pistola è stata tirata fuori per fare del male a sé stesso, è partito accidentalmente un colpo, tanto è che il primo esame del medico legale testimonia come il colpo abbia avuto una traiettoria dall'alto verso il basso, da una distanza ravvicinata. Questo può significare solo una cosa: che non c'era l'intento di uccidere da parte dell'indagato. La donna è stata colpita vicino alla spalla destra e dai primi rilievi sembra che il colpo non sia stato sparato direttamente nei confronti della donna''.

La tesi della difesa, bisognava intervenire per salvare la vittima

Il legale di Costantino Bonaiuti ha poi attaccato chi, la sera dell'omicidio, avvenuto all'esterno di un ristorante nel quartiere Appio Tuscolano a Roma, sarebbe potuto intervenire per salvare  Martina Scialdone e non lo ha fatto. "Se tutti avessero fatto il loro lavoro, i loro compito di cittadini, questa ragazza sarebbe ancora viva. La ragazza pare abbia chiesto aiuto: nessuno ha modo di riscontrare questa richiesta di aiuto, ma questo lo appureremo" ha proseguito l'avvocato che ha fatto riferimento anche alle testimonianze su una presunta negligenza dei gestori del locale dove la coppia aveva cenato e aveva cominciato a litigare. La ragazza avrebbe manifestato paura ma sarebbe stata invitata a lasciare il ristorante. Questi fatti sono oggetto di approfondimento da parte degli inquirenti. "In questa vicenda ci sono due vittime", ha detto ancora Taglialatela che poi ha aggiunto che dagli atti ''è emerso che quella sera c'è stata una litigiosità e se fosse stata interrotta repentinamente tutto sarebbe rientrato nella norma. Non emerge invece alcuna chiamata alle forze dell'ordine".


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