Sei Nazioni, Galles di un altro pianeta, l'Italia cade ancora, tutto facile per i Dragoni

Sei Nazioni, Galles di un altro pianeta, l'Italia cade ancora, tutto facile per i Dragoni

Sei Nazioni, Galles di un altro pianeta, l'Italia cade ancora, tutto facile per i Dragoni


Per la nazionale azzurra si tratta della trentunesima sconfitta consecutiva nel torneo

La 31esima sconfitta consecutiva

Fare 31 dopo aver fatto 30 solo in sporadiche occasioni lascia soddisfatti. E la Nazionale di rugby rispetta alla lettera il teorema, incappando all'Olimpico nella trentunesima battuta d'arresto consecutiva al Sei Nazioni dal 2015 a oggi. Il Galles passa 48-7, 7 mete a una ed è una delle più lampanti sconfitte nella storia del rugby italiano, proprio nel giorno dell'elezione di Marzio Innocenti nuovo presidente federale al posto dell'uscente Alfredo Gavazzi (2% di voti). È il 27esimo successo del Galles in 30 confronti, che consente ai Dragoni di sfondare il tetto dei 1000 punti (1040) e delle 110 mete all'Italia (113).


Il commento tecnico

Piuttosto semplice il commento tecnico: Italia e Galles giocano due sport che si somigliano solo vagamente. La squadra di Wayne Pivac fa letteralmente il bello e cattivo tempo, decidendo tutto il copione. Un punto al minuto nella prima mezz'ora. Già l'inizio azzurro è mortificante: Garbisi sbaglia il calcio d'avvio e il Galles gioca una mischia a centrocampo da cui scaturisce il calcio di punizione di Biggar (3 minuti e 0-3 per i Dragoni). Il capitano Bigi prende cartellino giallo per fallo professionale e lascia i suoi in 14 per 10 minuti. Segue tutto il cinismo del Galles: mischia, Gareth Davies scarica per Adams e c'è anche la prima facilissima meta (8 minuti e 0-10 per i Dragoni). Rimessa laterale degli ospiti nella ventidue avversaria, Davies fa muovere il pallone come le efficienti ferrovie britanniche movimentano passeggeri, creando uno spaventoso sovrannumero sull'angolo destro che porta Faletau in meta (14 minuti e 0-15, Biggar non trasforma). L'espulsione temporanea di Bigi ha dunque portato un parziale di 0-12. Gli ospiti decidono di calciare in touche le punizioni a proprio favore in modo da snellire al più presto la pratica delle quattro mete per guadagnare il bonus da 5 punti in classifica. Da una di queste rimesse laterali, Owens riceve il pallone e segna un'altra comodissima meta (21 minuti e 0-22). Nuova rimessa, ancora una pessima difesa azzurra e Owens fa il bis (30 minuti e 0-27). Obiettivo bonus raggiunto in mezz'ora, il Galles tira i remi in barca, gli uomini di Smith provano a portarsi avanti ma senza successo: 2 azioni, 2 possessi sfumati e una meta del ventenne Rees-Zammit annullata dal tmo per un “in avanti” sull'ultimo passaggio.


Pallidi segnali di partita nella ripresa

È però appena il 43' quando in prima fase, da mischia, Tipuric si stacca e scarica per North che evita il placcaggio di Brex e va a segnare la sua undicesima meta in 11 partite contro gli azzurri (sempre a segno nelle ultime 8). Ma è il 51' quando Ioane inventa una bella meta sull'angolo sinistro, ricevendo da Varney e scavalcando i centri gallesi con un preciso calcetto. Garbisi trasforma da posizione difficile ed è 7-34. C'è la seconda marcatura annullata ai Dragoni (Adams in tuffo mette le gambe oltre la linea di touche in area di meta), ma c'è anche un cartellino giallo per Riccioni (si difende con un braccio alto da un placcatore). Infine... c'è il Galles: preme, attacca con gli avanti sotto i pali azzurri, fin quando Sheedy schizza via dalle linee per la meta del 7-39, poi 41 con la sua trasformazione. Peggio ancora la marcatura al minuto 64 di Rees-Zammit: padroni di casa in attacco, il trequarti ala in maglia rossa intercetta un lento passaggio di Canna e corre per 80 metri. In tutto fanno 4 mete subite durante i 2 gialli. Il Galles rispetta i pronostici e continua la sua corsa in testa alla classifica; 19 i punti. Italia sempre ultima a quota 0 e -142 di differenza punti. Bigi e compagni chiuderanno il loro Sei Nazioni sabato prossimo, alle 15.15, a Murrayfield, lo storico giardino della Scozia. L'ultima, per fortuna.

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