Taylor Swift, disponibile la versione acustica di The Fate of Ophelia. Cosa non quadra di questa nuova Era della popstar
Taylor Swift, disponibile la versione acustica di The Fate of Ophelia. Cosa non quadra di questa nuova Era della popstar
31 ottobre 2025, ore 19:27
A meno di un mese dall'uscita, la dodicesima fatica discografica della cantautrice continua a macinare record, ma a che prezzo?
Non bastavano le oltre trenta varianti di "The Life of a Showgirl". Taylor Swift ha pubblicato anche la versione acustica della traccia d’apertura del disco, “The Fate of Ophelia”. Cosa non quadra di questa nuova Era della popstar
TAYLOR SWIFT, L'IMPERO MILIARDARIO SACRIFICA L'ARTE
Al debutto il dodicesimo album di Taylor Swift ha battuto ogni record, diventando il disco di un’artista femminile ad aver venduto il maggior numero di copie in America nella sua settimana di esordio. A livello economico, nei giorni successivi all’uscita, “The Life of a Showgirl” ha fruttato intorno ai 135 milioni di dollari. Dati da far girare la testa, che hanno però poco a che fare con la musica. Che Swift abbia costruito intorno a sé un culto lo si era capito dall’Eras Tour – la tournée più redditizia della storia, con un incasso di oltre due miliardi di dollari -, non una serie di concerti ma un rito collettivo a cui hanno preso parte oltre 10milioni di Swifties in tutto il mondo. Vien però da chiedersi perché la popstar più influente e più pagata degli ultimi anni senta il bisogno di trasformare l’uscita di un disco in un circo ipercapitalistico in cui l’arte passa in secondo piano: tra CD, vinili e varianti digitali, al momento esistono oltre 30 versioni di “The Life of a Showgirl”, accompagnati da un merchandising che include t-shirt, felpe e una giacca, con prezzi che vanno dai 45 ai 150 dollari. I numeri, da capogiro, premiano ancora una volta la showgirl, ma l’effetto boomerang non si è fatto attendere, con una larga fetta di fan che la accusano di aver perso credibilità. E in tutto ciò, della musica cosa resta?
COSA NON FUNZIONA DI THE LIFE OF A SHOWGIRL
In una vecchia intervista Taylor Swift disse di temere il momento in cui avrebbe finalmente trovato una stabilità sentimentale, di avere paura di saper far bella musica solo con il cuore spezzato. Verrebbe quasi da darle ragione. Dietro al disco ci sono i produttori Max Martin e Shellback, come per 1989 e Reputation, ma a livello melodico l’album non brilla. Funziona, quello sì: è pop, ma pigro. Le sonorità ricordano le hit di Demi Lovato, dei Jonas Brothers e di Lorde in modo fin troppo palese, fino ad arrivare alla intro di "Actually Romantic" che richiama in maniera quasi identica la “Where Is My Mind?” dei Pixies. Eppure l’unico campionamento riconosciuto è “Father Figure” di George Michael. Neppure i Jackson 5 sono stati ufficialmente creditati, nonostante la “Wood” di Swift richiami chiaramente la traccia melodica di “I Want You Back” dei Jacksons. Riconoscimenti a parte, l’eco della canzone di un gruppo formato all’epoca da minorenni in un brano, tra i più criticati del disco, che parla esplicitamente della virilità di Travis Kelce (“Redwood tree, it ain’t hard to see / his love was the key that opened my thighs”) fa storcere il naso. Tuttavia, ciò che ha meno convinto di questo ultimo progetto non è la sonorità. Dal 2022 negli atenei statunitensi e oltremanica hanno iniziato a proliferare corsi universitari sui testi delle canzoni di Taylor Swift. Ed è proprio questo il tallone d’Achille di The Life of a Showgirl. La cantautrice ha rivelato di aver scritto le dodici tracce dell’album durante l’Eras Tour, una tournée dai ritmi estenuanti. Ma anche il lavoro precedente, “The Tortured Poets Department”, che conta ben 31 tracce, era stato scritto per la maggior parte durante il tour. Che il suo genio lirico, dopo mesi on the road, si sia a un certo punto assopito? “Dancing phantoms on the terrace / Are they second-hand embarrassed / That I can't get out of bed? / Cause something counterfeit's dead”, cantava in “loml”. “I’m not a bad bitch and this isn’t savage”, canta invece adesso la star. Pare quasi che oltre a hater online e lustrini non ci sia altro nella vita di una showgirl.



