Clima, negli ultimi dieci anni escalation di eventi estremi in Italia. A renderlo noto è il Rapporto di Legambiente

Clima, negli ultimi dieci anni escalation di eventi estremi in Italia. A renderlo noto è il Rapporto di Legambiente

Clima, negli ultimi dieci anni escalation di eventi estremi in Italia. A renderlo noto è il Rapporto di Legambiente


Cresce ogni anno il numero di eventi meteorologici estremi che interessano il nostro Paese. Roma, Milano e Bari sono le zone più colpite. Drammatico invece il 2021 per la Sicilia

Ogni anno cresce in Italia il numero di eventi climatici estremi. Non è solo un’impressione ma una conferma che arriva direttamente dal Rapporto dell’Osservatorio Città Clima 2021 di Legambiente. Secondo l’associazione dal 2020 al 1 novembre 2021 sono stati registrati 1.118 eventi metereologici estremi, con un aumento del 17% rispetto alla precedente analisi; i comuni interessati sono stati in totale 602 e le vittime 261. Negli ultimi dieci anni, poi, “si sono verificati 486 casi di allagamenti da piogge intense, 406 casi di stop alle infrastrutture da piogge intense con 83 giorni di stop a metropolitane e treni urbani, 308 eventi con danni causati da trombe d’aria, 134 gli eventi causati da esondazioni fluviali, 48 casi di danni provocati da prolungati periodi di siccità e temperature estreme, 41 casi di frane causate da piogge intense e 18 casi di danni di patrimonio storico”.


QUATTORDICI LE AREE COLPITE

È stata poi stilata una lista delle aree colpite – 14 in tutto – da alluvioni, trombe d’aria e ondate di calore. Al primo posto si colloca la Capitale, dove nell’ultimo decennio si sono verificati 56 eventi estremi, 9 solo nell’ultimo anno. In particolare, Roma è stata colpita soprattutto da allagamenti dopo piogge intense. Segue poi Bari, con 41 eventi e Milano con 30. Trovano posto nell’elenco anche Genova e Palermo, seguite dalla costa romagnola e dal nord delle Marche.


IL CASO SICILIANO

La Sicilia e la costa agrigentina rappresentano un caso particolare: sono le zone più colpite dell’ultimo anno, con “numerosi record registrati nel corso del 2021: a Siracusa l’11 agosto si è raggiunto il record europeo di 48,8 gradi centigradi. Nel catanese e siracusano in 48 ore si è registrata una quantità di pioggia pari a un terzo di quella annuale. Parte dell’isola, inoltre, è stata teatro di devastazione a causa del medicane Apollo”. A chiudere la classifica sono Napoli, il Ponente ligure e la provincia di Cuneo. E ancora, il Salento, la costa nord Toscana e la Sicilia.

MANCA LA TUTELA PREVENTIVA

Nel Rapporto viene inoltre sottolineato un problema di cui troppo poco si parla: la prevenzione. Sebbene sia complesso prevedere l’intensità di alcuni fenomeni meteorologici, sarebbe possibile contenerne i danni con adeguati investimenti. Secondo i dati della Protezione Civile, ogni anno l’Italia spende 1,55 miliardi in un rapporto di 1 a 5 tra spese per la tutela preventiva e quelle per riparare i danni. “Da decenni nel nostro Paese si continua a spendere un’enorme quantità di risorse economiche per rincorrere i danni provocati da alluvioni, piogge e frane, a fronte di poche risorse spese per la prevenzione. Progetti e interventi sono poi dispersi tra gli oltre diecimila individuati dalle Regioni, di cui non sono chiare utilità ed urgenza”, fa sapere Legambiente. Esistono però alcune eccezioni: Torino nel novembre 2020 ha approvato il “Piano di Resilienza Climatica”; Padova che lo scorso 14 giugno ha approvato il “Nuovo Piano d’azione per l’energia sostenibile ed il clima”. Anche Milano merita una menzione, con la messa in atto di una serie di progetti innovativi nei campi dell’housing sociale, della rigenerazione urbana e della prevenzione dei rischi idrogeologici.





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