Internet, 67% giovani segue le cause sociali attraverso i social
10 febbraio 2020, ore 12:03
In testa i temi ambientali, secondo Save The Children, la metà metà compie azioni concrete
Tre bambini o preadolescenti (6-14 anni) su 4 in Italia frequentano la rete, sviluppando una grande familiarita' con Internet che diventa quasi assoluta tra i 15-24enni (94%). Navigano soprattutto per comunicare con i messaggi Whatsapp, Skype, Viber o Messenger (92% tra i 14 e i 17 anni), o utilizzando le applicazioni online anche per chiamare e videochiamare (81%), ma sono molti meno quelli che usano il web per leggere giornali o riviste online (circa 40%). Ma quanti adolescenti utilizzano la rete per seguire o aderire a cause a sfondo sociale, civico o politico e si impegnano attivamente in prima persona anche oltre la rete? Save the Children lo ha voluto chiedere proprio a loro. In occasione del Safer Internet Day 2020 - la giornata mondiale per la sicurezza in Rete istituita e promossa dalla Commissione Europea per un uso consapevole della rete, un ruolo attivo e responsabile di ciascuno per rendere internet un luogo positivo e sicuro - l'Organizzazione diffonde il dossier "Dai like alle piazze: giovani e partecipazione civica online" che racconta se e come questa presenza sulla rete abbia a che fare anche con la loro partecipazione civica. Solo 1 adolescente su 3 (30% circa) tra quelli che hanno risposto all'indagine, non e' iscritto o non fa parte di nessun gruppo o associazione, 1 su 6 frequenta gruppi scolastici e sempre 1 su 6 e' iscritto ad associazioni di volontariato sociale o ad associazioni o gruppi religiosi. L'iscrizione ad associazioni culturali o associazioni per la tutela dell'ambiente riguarda il 7% circa, mentre quella ad associazioni per la cooperazione internazionale o per la tutela dei diritti umani, o a movimenti, partiti politici o comitati di cittadini riguarda il 4% circa dei rispondenti. In effetti in Italia fra il 2011 e il 2017 e' raddoppiata la quota di giovani fra i 15 e i 30 anni che sono attivi in organizzazioni territoriali che supportano comunita' locali, passata dal 10% del 2011 al 20% del 2017, a fronte di una media europea che e' passata dal dall'11 al 13%. Per il 67% degli adolescenti che hanno risposto al sondaggio, i social rappresentano il canale sul quale si informano e si attivano rispetto ai temi sociali, civici o politici di maggiore interesse per loro, seguita dalla scuola (65%). Tra i temi che maggiormente riscuotono l'interesse dei ragazzi e delle ragazze vi sono: i cambiamenti climatici e la difesa dell'ambiente (60%), la lotta contro discriminazioni, bullismo e stereotipi (53%), l'immigrazione (25%), i problemi della scuola e i diritti dei minori (18%). Una buona parte dei ragazzi interpellati si adopera per diffondere online queste informazioni principalmente attraverso il "mi piace" (45% circa) o condividendole sulla propria bacheca o profilo (46%), mentre 1 su 20 (6%) fa un passo in più e contribuisce creando in rete un nuovo contenuto sulla tematica in questione, e un, pur ristretto, 4% arriva anche a scrivere un appello o una petizione di raccolta firme per raggiungere un obiettivo prefissato. Questo attivismo digitale, che e' stato definito come un "attivismo pigro", rimane tuttavia confinato nel web solo nel 13% dei casi. Più della meta' dei ragazzi attivi online traduce l'impegno anche in azioni dirette di cittadinanza, per cambiare concretamente le cose, partecipando a eventi di sensibilizzazione o mobilitazione collettiva legati alla tematica di interesse. E' la difesa dell'ambiente la causa che sembra stimolare di più il passaggio all'azione dei ragazzi: l'83% di quelli che hanno "abbandonato la tastiera" per uscire in strada e partecipare a manifestazioni o cortei ha infatti seguito assiduamente online questo tema negli ultimi due anni.
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