Ior conferma il no alle nozze tra i colleghi: uno dei due deve cambiare lavoro

Ior conferma il no alle nozze tra i colleghi: uno dei due deve cambiare lavoro

Ior conferma il no alle nozze tra i colleghi: uno dei due deve cambiare lavoro Photo Credit: Pexels


La coppia può al massimo scegliere chi, tra il marito e la moglie, possa continuare a lavorare nell'Istituto per le Opere di Religione

Nozze vietate tra colleghi di lavori: il Regolamento non lo contempla e dunque uno dei due dipendenti deve essere licenziato. La coppia può al massimo scegliere chi, tra il marito e la moglie, possa continuare a lavorare. A confermarlo è lo Ior, la 'banca' del Papa, che in questi giorni è alle prese con una coppia che, nonostante questa regola, ha deciso comunque di convolare a nozze. Accanto a loro in questa battaglia c'è l'Adlv, l'associazione interna che da anni opera per migliori condizioni di lavoro nella Città del Vaticano.

Il motivo della norma

L'Istituto per le Opere di Religione fa sapere che l'obiettivo alla base della norma è quello di garantire condizioni di parità di trattamento tra tutto il personale dipendente. Nella nota diffusa si legge: "Dal momento che l'Istituto riunisce poco più di cento di dipendenti in un'unica sede, senza filiali, tale norma è infatti fondamentale per prevenire sia inevitabili conflitti d'interesse di tipo professionale tra gli aspiranti coniugi interessati, sia l'insorgere di possibili dubbi di gestione familistica tra la propria clientela o il grande pubblico".

Ora che succede?

A questo punto la coppia che si è sposata dovrà decidere chi dei due continuerà a lavorare nello storico torrione Niccolò V e chi invece dovrà cambiare occupazione. L'ultima 'spiaggia' per i due innamorati può essere rappresentata, in teoria, da Papa Francesco, nel caso in cui il Pontefice dovesse intervenire, magari con una deroga per far sì che il regolamento non prevalga sul sacramento. L'Adlv, che rappresenta le istanze dei quasi 600 iscritti, ha tentato una mediazione con lo IOR portando "argomentazioni per mettere in luce come la nascita una nuova famiglia non possa essere messa in pericolo da normative burocratiche". Ma non è servito: "È rimasta la fredda comunicazione che rimanda a un regolamento, che nei fatti ha effetti retroattivi, considerato che i nostri due colleghi, quando è uscito il nuovo regolamento, avevano già fissato data e luogo delle nozze. Da tre anni ormai stiamo lavorando affinché anche in Vaticano si affermi un diritto del lavoro che tenga conto delle legittime aspirazioni delle persone e rafforzi il nostro senso di comunità".

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