Bad Bunny al Super Bowl, negli Stati Uniti non si fermano le polemiche: 55.000 firme per una petizione che mira a sostituirlo

Bad Bunny al Super Bowl, negli Stati Uniti non si fermano le polemiche: 55.000 firme per una petizione che mira a sostituirlo

Bad Bunny al Super Bowl, negli Stati Uniti non si fermano le polemiche: 55.000 firme per una petizione che mira a sostituirlo Photo Credit: EPA/Thais Llorca


"Il Super Bowl dovrebbe onorare la cultura americana", scrivono online gli americani indignati per scelta dell'NFL

Negli Stati Uniti non si fermano le polemiche dopo l’annuncio di Bad Bunny come superstar del prossimo Super Bowl. Una petizione lanciata su Change.org, infatti, chiede di sostituire l’artista portoricano con la stella del country statunitense George Strait: ha raggiunto le 55.000 firme.

BAD BUNNY O GEORGE STRAIT?

Che l’America MAGA avrebbe storto il naso davanti alla decisione dell’NFL di scegliere come protagonista del Super Bowl Bad Bunny, artista portoricano con un repertorio quasi esclusivamente in spagnolo, era facilmente intuibile. Visto dall’Italia verrebbe da dire: delusi, ma non sorpresi. Intanto perché Bad Bunny si è imposto come uno dei performer di maggior successo in questo ultimo anno, tanto da essere inserito dal Time nell’elenco delle 100 persone più influenti del pianeta. Poi, perché lo scontento nasce da una matrice strettamente razziale – la maggior parte degli americani ignora che Porto Rico faccia parte degli Stati Uniti. La storia è già vista, accadde anche quando Beyoncé decise di darsi al country, un genere considerato di esclusivo appannaggio dei bianchi. E non è un caso che, al centro della polemica che circonda Bad Bunny, si torni a parlare di country. Su Change.org, infatti, è stata lanciata una petizione che ha raggiunto le 55.000 firme per far sì che alla finale del campionato di football americano si esibisca il “King” del genere, George Strait. “È fondamentale ricordare le radici che hanno reso la musica americana ciò che è oggi. Il Super Bowl dovrebbe onorare la cultura americana”, si legge nell’iniziativa online.


BAD BUNNY VS L'AMMINISTRAZIONE TRUMP

Lo stesso presidente Usa Trump aveva catalogato la decisione dell’NFL come “assolutamente ridicola”. La risposta dell’artista portoricano non si è fatta attendere: ospite al Saturday Night Live aveva detto al pubblico americano “avete quattro mesi per imparare lo spagnolo”. Sui social c’è anche chi ha chiesto chi sia esattamente Bad Bunny. Qualche dato: il suo ultimo album, DeBÍ Tirar MáS FOToS, ha raggiunto la vetta della classifica Billboard 200 proprio negli Stati Uniti; il suo ultimo tour, nel 2024, ha registrato più di 750.000 spettatori; l’album uscito nel 2022, “Un Verano Sin Ti” è uno dei più ascoltati della storia nelle piattaforme di streaming. Ci sono poi i tour interamente sold out e i concerti che hanno alzato il Pil del Porto Rico. Insomma, non esattamente un artista emergente. E proprio con la tournée mondiale, che partirà il 21 novembre dalla Repubblica Dominicana – e nel luglio 2026 arriverà a Milano con due date in programma per il 17 e 18 luglio 2026 – la voce di “DtMs” ha specificato la sua posizione nei confronti dell’amministrazione Trump. Il tour, infatti, non farà tappa negli Stati Uniti. L’artista vincitore di tre Grammy teme infatti che il suo pubblico di origine latina possa avere problemi con l’Ice, l’agenzia federale che si occupa di immigrazione e sicurezza, in quella che dovrebbe essere “the land of the free”.



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