Gerry Scotti a RTL 102.5: «Con Gerry Christmas affronto il tema dell'IA come un gioco natalizio, dietro questo disco c'è un grande lavoro umano. C'è il mio volto e la mia voce ma sarebbe stato diverso se l'avessero fatto senza chiedermelo»

Gerry Scotti a RTL 102.5: «Con Gerry Christmas affronto il tema dell'IA come un gioco natalizio, dietro questo disco c'è un grande lavoro umano. C'è il mio volto e la mia voce ma sarebbe stato diverso se l'avessero fatto senza chiedermelo»

Gerry Scotti a RTL 102.5: «Con Gerry Christmas affronto il tema dell'IA come un gioco natalizio, dietro questo disco c'è un grande lavoro umano. C'è il mio volto e la mia voce ma sarebbe stato diverso se l'avessero fatto senza chiedermelo»


Il conduttore è stato ospite su RTL 102.5 in compagnia di Angelo Baiguini e Federica Gentile. Durante "W l'Italia" Scotti ha presentato “Gerry Christmas”

È uscito l’8 dicembre "Gerry Christmas", l'album natalizio di Gerry Scotti che si unisce ai grandi classici natalizi e all'Intelligenza Artificiale per regalarci l'album perfetto per le festività. «Da anni auguro "Gerry Christmas" anziché "Merry Christmas" nei miei auguri natalizi e parlando con mio figlio della miriade di meme e delle trasformazioni della mia persona con l’AI su Instagram e TikTok, ci siamo detti: "Perché non fare davvero un disco?"», racconta Gerry Scotti a RTL 102.5. «Lo abbiamo fatto con la Warner Music, in un periodo così breve grazie all'intelligenza artificiale gestita dai miei due collaboratori, due ingegneri. Questa è un'intelligenza che va nutrita, per registrare José Feliciano mi sono messo davanti al microfono e ho parlato spagnolo per ore. Per altri brani il mio tono era talmente simile all'originale che l'IA si è accontentata. Siamo stati i primi al mondo a farlo, ci hanno superato solo i Beatles. Questi strumenti sono stupefacenti. Cantavo come sotto la doccia, lavoravano una notte, e il giorno dopo ascoltavo queste cose», continua.

L’album ha visto la luce anche grazie alla collaborazione con Lucio Fabbri. «Tutto questo non sarebbe stato possibile se non ci avessimo creduto e se non ci avessero messo a disposizione un grande della musica, Lucio Fabbri. Quando mi hanno detto che avrebbe curato la realizzazione del disco e gli arrangiamenti, mi sono vergognato, ma quando ho sentito il risultato è stato meraviglioso. Abbiamo realizzato un'opera di qualità eccellente», afferma Scotti.

Un tema - quello dell’Intelligenza Artificiale nel modo dello spettacolo - molto discusso. «Affronto il tema dell'IA come un gioco natalizio, dietro questo disco c'è un grande lavoro umano. Ma comprendo bene il problema legato a questa intelligenza artificiale. Sono convinto che la direttiva europea porrà qualche punto fermo su questa questione. Nel mio caso, c'è il mio volto e la mia voce; ho firmato la liberatoria, sarebbe stato diverso se l'avessero fatto senza chiedermelo», spiega il conduttore.

L'amatissimo conduttore televisivo è celebre anche come icona "memata" in Italia. «Io non mi sono mai offeso, i ragazzi non vogliono quelli che se la tirano. Hanno capito che stavo al gioco. Sono l’uomo più memato d’Italia», racconta.

Gerry Scotti è anche in libreria con il libro "Che cosa vi siete persi" edito da Rizzoli, dove Scotti ci guida in un viaggio emozionale legato al passato, esaltando il valore dei ricordi custoditi negli oggetti autentici di un'epoca ormai passata. Con garbo e ironia, invita alla riflessione su momenti significativi del nostro recente passato, regalando sorrisi attraverso la sua macchina del tempo narrativa. «Ho iniziato a scrivere il libro a maggio, ed era pronto dopo l'estate. Continuavano a chiedermi una biografia, ma quella è una cosa da vecchi. Quindi ho detto: "Se volete, vi racconto i miei trent'anni prima di diventare Gerry Scotti". Sono partito dalla campagna, dalla periferia milanese, e poi ho avuto l'intuizione di inserire oggetti che hanno caratterizzato quegli anni e che ora non ci sono più. Il Ciao ce l'ho, me lo hanno regalato per i miei 60 anni, ma è in garage. Ho scritto quel libro per lasciare qualcosa ai miei nipoti, ma mi accorgo che lo leggono gli adulti», conclude.


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