Governo, il ministro della Salute Speranza predica prudenza ma pure fiducia sulla ripartenza del Paese

Governo, il ministro della Salute Speranza predica prudenza ma pure fiducia sulla ripartenza del Paese

Governo, il ministro della Salute Speranza predica prudenza ma pure fiducia sulla ripartenza del Paese


Intanto il Consiglio dei ministri ha varato il Def e la nuova richiesta di extraindebitamento da inviare al Parlamento per l’autorizzazione: uno scostamento da 40 miliardi e una linea di finanziamento complementare al Recovery Plan da circa 30 miliardi

"In questo periodo di transizione, soprattutto nei prossimi 2 mesi, dobbiamo muoverci con senso di responsabilità. La prudenza e un accorto gradualismo nelle riaperture, è il più forte investimento che possiamo realizzare per una estate di ripresa e rinascita". Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, nel corso dell'informativa in aula alla Camera sull'aggiornamento della campagna vaccinale.


La prudenza

"Dall'esperienza di questi mesi abbiamo imparato che i tempi delle decisioni nel contrasto al virus sono determinanti. Bisogna essere tempestivi nelle chiusure e non sbagliare tempi e modi delle riaperture - ha avvertito - per non vanificare rapidamente i sacrifici fatti". "Certo - ha aggiunto il ministro - va data risposta alle preoccupazioni degli italiani, alla crescita intollerabile delle nuove povertà, alle difficoltà delle imprese e dei lavoratori. Ma non esistono risposte semplici a problemi complessi con un elevato numero di variabili". Secondo Speranza, "non ci possono essere dubbi o esitazioni. Solo vaccinando decine di milioni di italiani riconquisteremo le nostre libertà e sarà possibile una duratura ripresa economica". "Le misure adottate stanno funzionando - ha sottolineato - mentre in altri paesi europei, penso ad esempio alla Germania, si registra, purtroppo, un nuovo peggioramento della situazione, in Italia per la terza settimana consecutiva scende l'incidenza e l'RT sui casi sintomatici è pari a 0,92 (0,82 - 1,01)". Speranza ha ribadito: "Ogni nostra scelta, anche sui vaccini, è da sempre guidata dall'evidenza scientifica e dal principio di precauzione. E' un tratto distintivo della nostra cultura scientifica e delle buone pratiche della sanità pubblica italiana - ha proseguito - d questo orientamento di fondo non ci siamo mai spostati nemmeno di un millimetro. Abbiamo sempre deciso sulla base delle evidenze scientifiche, delle informazioni in nostro possesso, di concerto con Ema e Aifa. E' una garanzia per tutti i cittadini europei che, con la farmacovigilanza, vengano costantemente monitorate l'efficacia dei vaccini e le eventuali reazioni avverse. E' un tratto di serietà che dobbiamo rivendicare, perché testimonia il rigore scientifico e il senso di responsabilità con cui lavoriamo per il bene dei cittadini". Su AstraZeneca, quindi, ha ribadito che si tratta di un vaccino "sicuro, efficace, che salva la vita delle persone" e su Johnson& Johnson ha aggiunto: "Seguiamo in queste ore con la massima attenzione la valutazione dei dati che emergono" su J&J, "il nostro auspicio è che presto possano esserci elementi di chiarezza che ci consentano di iniziare ad utilizzare un vaccino che riteniamo importante per la nostra campagna". Sul fronte dei contratti europei Speranza ha ammesso "ritardi e alcuni errori nella negoziazione" ma ha difeso "la decisione di comprare insieme i vaccini, e' stata giusta. L'unico modo - ha spiegato - per equilibrare la forza delle multinazionali farmaceutiche su beni pubblici fondamentali come i vaccini" perché, ha sostenuto, "una competizione a tutto campo, una guerra di tutti contro tutti, avrebbe prodotto uno scenario disastroso". Sull'approvvigionamento delle fiale ha ricordato: "Tra dicembre e marzo abbiamo ricevuto oltre 14 milioni di dosi di vaccini. Tra aprile e giugno ne riceveremo oltre il triplo. E' l'inizio di una fase differente. il commissario Figliuolo, che ringrazio per il suo impegno, lavora a una stima di 45 milioni di dosi entro giugno".



Il Cdm

Uno scostamento da 40 miliardi e una linea di finanziamento complementare al Recovery Plan da circa 30 miliardi per dare una spinta aggiuntiva all’economia e riuscire a riportare il deficit sotto il 3% nel 2025. Sono alcune delle decisioni assunte dal Consiglio dei ministri che ha varato in soli 45 minuti il Documento di economia e Finanza e la nuova richiesta di extraindebitamento da inviare al Parlamento per l’autorizzazione. Il Def stima una crescita del 4,1%. Oltre le anticipazioni della vigilia anche il rapporto deficit-Pil, che schizza al’11,8% (dal 9,5% del 2020), visto il rallentamento della crescita e soprattutto per effetto del doppio scostamento di bilancio.


Il Pil

Tornando alle previsioni del Def, il Pil crescerà del 2,6% nel 2023 e dell’1,8% nel 2024. Si tratta, sottolineano fonti di Palazzo Chigi, di “tassi di incremento mai sperimentati nell’ultimo decennio”. Intanto, dall’inizio di quest’anno è stato già autorizzata una prima tranche di extradeficit da 32 miliardi, che si è tradotta nel decreto Sostegni, e ora il governo si appresta a chiedere appunto l’autorizzazione per altri circa 40 miliardi e finanziare così un nuovo decreto anti-crisi. Fonti di Palazzo Chigi, rilanciate dalle agenzie, sottolineano che il rapporto debito/Pil è stimato al 159,8% nel 2021, per poi diminuire al 156,3% nel 2022, al 155% nel 2023 e al 152,7% nel 2024. Per quest’anno la crescita sarà del 4,5%, partendo da un Pil tendenziale a +4,1% sempre nel 2021. Si tratta di «previsioni prudenziali», ha detto il ministro Franco, «dati i tassi di crescita Pil mai sperimentati prima».


La riforma del fisco

Nel Def si legge anche che «la riforma fiscale, da definire nella seconda metà del 2021, affronterà il complesso del prelievo, a partire dall’imposizione personale; sarà collegata anche agli sviluppi a livello europeo e globale su temi come le imposte ambientali e la tassazione delle multinazionali. Saranno riformati i meccanismi di riscossione». Inoltre, il nuovo provvedimento avrà come destinatario principale «i lavoratori autonomi e le imprese, e concentrerà le risorse sul rafforzamento delle aziende più impattate dalle chiusure, la disponibilità di credito e la patrimonializzazione. Si darà la priorità alla celerità degli interventi, pur salvaguardandone equità ed efficacia». Fondamentale, ovviamente, per la ripresa economica del Paese è il superamento dei lockdown e delle restrizioni e questo potrà essere possibile solo grazie ai vaccini. «La campagna di vaccinazione», si legge nella bozza, «è in corso da inizio anno e il Governo prevede di poter somministrare i vaccini all’80% della popolazione entro l’autunno». Nel documento si dice anche che sono in arrivo terapie da anticorpi monoclonali «che ridurranno la gravità della malattia, se somministrate dopo i primi sintomi o anche in via preventiva su soggetti non vaccinati». Sempre nel Def si legge l’auspicio del Governo: «che grazie ad andamenti epidemici ed economici sempre più positivi nei prossimi mesi questo sia l’ultimo intervento di tale portata. Resta comunque l’impegno a sostenere l’economia per tutto il periodo che sarà necessario, se ne ricorreranno le condizioni».

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